Custox: intervista e recensione
Il progetto Custox è composto da Franc Pici (chitarra), Giona Liuzzi (chitarra) e Marco Occhio (sintesi elettronica). Il trio di musicisti realizza brani di musica strumentale introspettiva, fondendo elementi virtuosistici ascrivibili alla musica classica e jazz con sonorità elettroniche moderne e sperimentali. Life Souvenir è il nuovo album del trio. Abbiamo rivolto loro qualche domanda.
Mi raccontate chi sono i Custox?
I Custox sono un progetto indipendente di musica strumentale, composto da Franc Pici e Giona Liuzzi, due chitarristi di formazione classica, e Marco Occhio che si occupa dell’arrangiamento elettronico e del sound design. Tutti e tre siamo un po’ dei “nerd” musicali, nel senso che siamo accomunati da una grande passione per la teoria musicale e l’armonia. Il nostro obiettivo principale è promuovere una musica che possa includere elementi della tradizione classica, avendo al contempo il coraggio di sperimentare e divertirci con nuove tecniche musicali e suoni elettronici.
Quali sono state le ispirazioni e le linee guida che avete seguito per Life Souvenir?
La nostra più grande ispirazione nella creazione di Life Souvenir è stata il desiderio di presentare all’attenzione degli ascoltatori un “album-traghetto” (come quello disegnato nella copertina curata da Jozef Bazhdari) che potesse in qualche modo far “viaggiare” ed evocare dei sentimenti senza l’utilizzo di una voce, ma solo grazie alle due chitarre e all’elettronica. Per la creazione dei brani ci siamo ispirati ai concetti che abbiamo riportato nei titoli, tentando di disporre la tracklist come un viaggio che dal caos del mondo in cui siamo porta alla quiete interiore. Ma questa alla fine è solo una delle interpretazioni possibili. La musica strumentale è soprattutto questo: ognuno è libero di interpretarla come vuole!
C’è stata una traccia del disco che vi ha fatto litigare o almeno discutere?
Abbiamo dedicato molto tempo alla stesura di Life Souvenir, alcuni brani hanno avuto molte versioni “prototipo”, rimaneggiamenti e rifacimenti. Ognuno di noi ha contribuito con i propri interessi musicali, stimolando discussioni e proposte che sono state spunto di crescita personale e musicale. L’obiettivo finale era sempre però molto chiaro: riuscire a creare un percorso organico dall’inizio alla fine, che rappresentasse ognuno dei membri.
Chi vi piace particolarmente del panorama musicale contemporaneo?
A livello di ascolti siamo veramente “onnivori”. Ascoltiamo sia musica classica, sia musica contemporanea. Alcuni artisti che ammiriamo sono Pink Floyd, Sigur Rós, Odesza, Bonobo, Amon Tobin.
In questi tempi di incertezza, quali saranno i vostri prossimi passi?
L’isolamento che ha segnato questo periodo ha al contrario rafforzato la nostra unione artistica: siamo riusciti a finalizzare l’album anche collaborando a distanza in videochiamata! Vogliamo andare avanti a lavorare in studio scrivendo nuovi brani e diffondere più possibili attraverso il web la nostra musica, augurandoci di tornare al più presto in contatto diretto con il pubblico tramite i concerti live!
Custox traccia per traccia
Dopo la breve Intro si fa ingresso nelle dinamiche fitte ma abbastanza morbide di Stasis, poco statica a dispetto del titolo.
Anche più mossa la seguente Hypomania, che segue linee fluide e un po’ jazz, per un percorso tutto sommato non esageratamente in tensione. Discorsi diversi per la vibrante Ancestral, che si mette a correre, spinta dalla chitarra, fin dalle prime note.
Beyond the Borders ha momenti differenti, alternando umori e situazioni sonore, ma conservando un carattere esplorativo per tutto il percorso. Si muove su tematiche più notturne Souvenir, quasi una title track che lascia in sospeso qualche sospiro sintetico.
Un po’ di pace la si incontra con una morbidissima Reset. C’è dolcezza anche all’interno di Grace, ma meno monocorde e molto più articolata, da esplorare nei dettagli.
Ultima traccia Bliss, che conduce a una beatitudine di atmosfere placate e di paesaggi che declinano in modo tranquillo.
I Custox danno la netta impressione di notevole consapevolezza nei suoni e nei modi di un album completo e molto vivo. Naturalmente rivolto a una nicchia di apassionati, il disco comunque è godibile a 360° proprio perché curato e ispirato.