Dedicato a Torino: si chiama Doropea l’ultimo lavoro di Fabrizio Modonese Palumbo, musicista sperimentale con carriera di oltre vent’anni alle spalle, che ha di recente pubblicato un lavoro che è altresì un tributo alla propria città.

Il lavoro è pubblicato su nastro e tirato in 150 copie da Old Bycicle Records, diviso sui due lati da due lunghi brani più o meno omogenei per lunghezza e intenzioni.

Si parte con il lato A della suite: dalla vibrazione iniziale nascono idee noise e identità di varia natura, con suoni come volti improvvisi che escano dal buio. Suoni di pianoforte isolati accentuano la sensazione di inquietudine, che non si placa quando la vibrazione cessa e il pianoforte stesso rimane solo o quasi.

Poi piano piano gli elementi vengono ricondotti ad armonia, con un movimento che si spinge verso l’alto. La sperimentazione prende pieghe un tantino più terrene nel lato B: si parte con un forte russare, che prelude evidentemente a un risveglio.

Ed è di nuovo la vibrazione a fare da contrappunto a rumori industrial, con una voce dai toni bassi che funziona da strumento aggiuntivo. Il finale lascia spazio a un parossismo che sfocia ina sorta di climax fantascientifico.

Le impressioni lasciate dal nastro firmato da Modonese Palumbo sono più complete rispetto a esperimenti analoghi di artisti contemporanei: si legge un flusso completo di idee e di suoni, non tendenti per forza a un’unità levigata, quanto a un tutto organico ricco di differenze ma comunque coerente.

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