Post Benessere è il nuovo album di Dorso: Alessandro ha poco più di vent’anni, a 14 anni registrava dischi punk ed era una promessa del nuoto a livello nazionale, a 18 è uscito dalla vasca, ha rallentato i bpm ed è passato al cantato in italiano.
Post Benessere, per 42 Records, è un disco eclettico, che non si nasconde dietro a un genere prestabilito, fatto di canzoni diverse, assemblate, smontate e rimontate, piene di contaminazioni e di contrasti. Anticipato dai singoli 21 e Benessere, Post Benessere arriva ora in tutti gli store digitali e fisici, sia nel formato CD jewelcase, sia in vinile colorato con cd slim incluso. Post Benessere è stato registrato a Bologna da Andrea Suriani (I Cani, Cosmo, Calcutta, Salmo), suonato da Dorso, Andrea Suriani e Roberto Grosso Sategna aka Dieci (Drink To Me, Cosmo), co-prodotto da Dorso e Andrea Suriani.
Dorso traccia per traccia
“Non c’è più niente/è tutto morto”: non parte proprio in modo ottimista Benessere, la prima traccia dell’album. Sonorità abbastanza 80s (Style Council?) con qualche sensazione hip hop e qualche paragone alcolico. Curiosa accelerazione finale.
Una “gabbia di male”, occhi tristi e un certo sadismo in finale di rapporto contraddistinguono Lifting, affollata di memorie non particolarmente felici.
Sesso e mostri in una più robusta Tutto sbagliato, costruita con percussioni evidenti e con una certa veemenza complessiva, pur distribuita su livelli sonori diversi.
Immobile giostra un po’ fra i ritmi e fa emergere un beat piuttosto black, mentre parla di bolle scoppiate e di gusci nei quali non si riesce a rientrare.
Avventure londinesi quelle che si affrontano in Claudia, tra omini di marzapane in arrivo e idee da ballad, con i cori e tutto. Paure e giocattoli rotti: è tempo di Rifare, canzone di ricostruzione tranquilla.
Sviluppa movimenti intensi Ego, che arriva e porta tutti al club, specchiandosi nelle vetrine prima di arrivare. Beat continuo e organo per le atmosfere sostanzialmente dance de Il mio migliore amico.
Narrazione triste quella di Acqua ferma, alla ricerca di ricordi estivi e di sensazioni ormai lontane. Parte piano Rumore, che poi svolge le proprie ansie su toni soffici e piuttosto malinconici.
Si chiude in acustico e si cerca di innamorarsi ancora con 21, ultimo brano ricco d’intensità che chiude il cerchio.
Una proposta originale e molto consapevole, quella di Dorso: pescando elementi sonori da generi ed epoche diverse riesce a impastare un insieme coerente, all’interno del quale inserisce testi introspettivi e molto ben scritti. Se si considera che ha soltanto vent’anni e che è già sotto la lente di 42 Records viene da pensare che le prospettive future di questo ragazzo siano a dir poco brillanti.