Esce Dow, debutto omonimo del trio comprendente Francesco Capasso (chitarra, basso), Giovanni Calella (chitarra, synth) e Diego Galeri (batteria, voce): un incontro potente tra tre musicisti esperti che mettono sul piatto dodici brani fluidi e sostanziosi.
Dow traccia per traccia
Si parte dal finale, anzi dal Kick-Ass Grand Finale, per un’inversione logica che serve a martellare l’ascoltatore fin dalle primissime battute. Un primo assalto ricco e potente, che mette già sulla strada giusta l’album.
Un po’ più tranquilla a livello ritmico, ma non per quanto riguarda leinquietudini, la seguente Boards of Canapa: un brano mutevole, capace di cambiare in corsa e di descrivere orizzonti sonori cinematografici articolati.
Un battito non necessariamente regolare quello su cui si staglia Fresh from Gulag, dotata di una certa malinconia interna. Anche questo brano, il più lungo del disco, finisce in tunnel imprevisti e vive vite diverse e non troppo prevedibili.
Più rapida e ritmata M’Oshio, che si articola su un beat insistente e incalzante. Ma si va poi a sbattere contro un Mental Brick Wall, che sa di oscurità, caos e minacce invisibili.
Ma è soltanto un momento di incertezza: Burning Candle at Both Ends riparte subito con determinazione, in un rock che mescola influssi math e prog ma senza mai deviare dalla propria direzione.
Dopo un pezzo battagliero, eccone uno che riporta una certa dose di tranquillità come I Had a Close Call. E dopo un passaggio veloce in Toxic Inner Peace, ecco tutte le vibrazioni e le oscurità illustrate da Captain Syringe, che gira su un riff di chitarra beffardo e abbastanza vintage.
She really took the cake accoglie influenze jazz e prog (marca Yes) ma le plasma e le personalizza in una composizione profondamente personale. Si chiude con Zero Gravity, pezzo suggestivo e sospeso, con qualità fluttuanti.
Indubbiamente un bel lavoro quello dei Dow, che lasciano le chiacchiere a zero, si mettono a suonare e lo fanno in modo eccellente. Una sequenza di brani molto consistenti e omogenei, con le idee chiare in testa e moltissimo spazio per la creatività.
Genere musicale: post rock
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