Dutch Nazari, “Ce lo chiede l’Europa”: recensione e streaming
Dutch Nazari torna con Ce lo chiede l’Europa. “Ce lo chiede l’Europa” è una frase che è stata usata fino allo sfinimento dalla politica negli ultimi anni, di solito per giustificare scelte impopolari scaricandone la responsabilità.
La foto di copertina (scattata a Bruxelles) è una raffigurazione simbolica del concetto di Europa: i ragazzi sorridenti rappresentano il capitale umano della cosiddetta “generazione Erasmus”, la prima a identificarsi come europea. Alle loro spalle un’edilizia orribile, simbolo di un altro aspetto di questa Europa, il modello di sviluppo economico liberista, che non tiene conto delle proprie risorse e spesso genera mostri.
Date Dutch Nazari
06/12/2018 – FIRENZE – COMBO
07/12/2018 – ROMA – Le Mura
08/12/2018 – NAPOLI – Galleria 19
09/12/2018 – BARI – Garage Sound
15/12/2018 – BOLOGNA – Covo
20/12/2018 – MILANO – Biko
22/12/2018 – TORINO – Spazio 211
Dutch Nazari traccia per traccia
Calma le onde apre il disco con un volume in graduale aumento: il brano è già noto perché è stato scelto come singolo, eppure l’impatto è sempre notevole. Pop ma anche meditativo, fitto e narrante, riesce a essere calmo ma inquieto a un tempo.
Un po’ più sciolta Tutte le direzioni, che alle sensazioni del synth pop aggiunge qualche atteggiamento hip hop e il solito storytelling (fa ancora figo dirlo?) fittissimo e torrenziale.
Altro singolo è Mirò, che ha un mood malinconico come si conviene a una terza traccia di un disco italiano uscito nel 2018. Così come parlare di svastiche sul muro (Calcutta, Subsonica ecc.) ma nonostante gli stilemi la personalità di Dutch è una colata continua che permea tutto.
Fuori fuoco ha ritmi medi e si concentra sulla voce, almeno sulle prime, facendo crescere piano piano il background. “Mi ricordo di te/quando salta la luce”: toni e temi intimi prendono il sopravvento praticamente da subito.
Si prosegue con Guarda mamma senza money, ritmata e con ricordi d’infanzia che si mescolano a riferimenti continui all’attualità. Una canzone “politica” a tutti gli effetti, benché non come l’avrebbe scritta Guccini 40 anni fa, ovviamente.
Momento clinico è forse il brano più hip hop in senso proprio, con un movimento black che emerge dal profondo.
Situazioni tutto sommato simili con Lontana tu, più sinuosa però e più finalizzata alla seduzione.
Più vicina ai suoni dell’itpop Così così, con il synth che gira e crea lo sfondo, lasciando in evidenza testo e cantato.
Bella per sbaglio ha un battito regolare, confronta le imperfezioni e si riempie di piccoli romanticismi timidi, quasi malgrado sé stessa.
Altri ricordi di infanzia, questa volta in modo totalizzante, emergono in Girasoli, tra le più poetiche del disco.
A proposito: ecco Comunque poesia, più “suonata” degli altri brani, con un ritmo di basso molto cospicuo che innerva un brano che di base sarebbe dolce.
Si chiude con L’Europa, racconto di fallimenti ma anche di ripartenze sentimentali.
Disco a tutto tondo per Dutch Nazari, che attraversa tutto l’orizzonte della musica contemporanea lasciando tracce significative e testi spesso potenti.