Cori da sdraio è il nuovo album di Dutch Nazari, disponibile su tutte le piattaforme digitali per Undamento. Sempre attento al presente ma forse un po’ meno arrabbiato rispetto al disco precedente, Ce lo chiede l’Europa (e del resto sono passati quattro anni, può passare anche un’incazzatura).

Il titolo è un gioco di parole che vuole alludere a un contenuto ponderato, tranquillo e malinconico, in contrapposizione alla forma sloganistica, sicura per definizione, assente al contraddittorio e un po’ violenta dei cori da stadio e di certa musica in analogia.

Dutch Nazari traccia per traccia

E’ la title track Cori da sdraio la canzone che è stata anche scelta come brano d’apertura: è un classico Dutch, molto narrativo e fitto, su un battito irregolare e qualche sfarfallio elettronico. Tanto per lo più l’importante è un’argomentata analisi della realtà, che va dal rapporto con gli idoli alle tematiche ambientali che però si riverberano sull’io narrante.

Si parla di fuochi e di attacchi di panico in Notre Dame, che tuttavia non è angosciosa, anzi piuttosto colorata e quasi leggera. “Ho la testa tra le nuvole”, confessa l’artista, in un pezzo che sfarfalla nei cieli dell’itpop.

A proposito di itpop, c’è anche Frah Quintale a mescolare rap e cantautorato in una piuttosto dinamica Più in alto, per confezionare un duetto che sa anche un po’ di soul. Fallimenti e ripartenze si allineano e permettono di andare avanti: “Se sono rimasto sul fondo è soltanto/perché stavo prendendo la rincorsa”.

Si gusta un Long Island nel brano successivo, che riserva qualche parola gentile agli influencer come alle guardie, con qualche distinguo. Ma anche qui la faccia di Dutch è quella tranquilla e quasi spensierata, non quella astiosa e scontenta.

C’è l’ormai immancabile Valerio Lundini nella seguente So’ Saverio, un breve skit che introduce a IKEA, primo brano che naviga apertamente in un’aura malinconica, con l’apporto, un po’ rabbioso e un po’ malinconico di Nayt. “L’intelligenza è artificiale/ma la stupidità esiste già in natura”.

Il sole e il vento sono fra i protagonisti di Anime stanche, affresco di provincia, che alterna interno ed esterno, all’inseguimento di qualcosa che sciolga il ghiaccio, più interno che esterno.

Aperitivi e cantanti (ladri) in radio in apertura di Sole su, che si affaccia quasi timida, prima di un’apertura corale e quasi gospel, sicuramente ascendente.

Altre questioni atmosferiche quelle affrontate in Fiore d’inverno, in cui riaffiorano sensazioni morbide ma malinconiche. “Datemi un attestato per la presa male”: Venerdì non sembra arrivare un cambio d’umore verso il bello, anzi. I residui di una storia finita si affacciano in un brano che fa i conti con le radici più profondamente hip hop.

Si arriva Alla fine, in compagnia di See Maw, ancora nel mezzo di una nube di tristezza: momenti di stupidità, incidenti, ricordi, comunque questioni da affrontare per andare avanti con la propria vita. “Oggi fanno la puntata in cui sorrido”.

Come si diceva in apertura, sembra un po’ meno arrabbiato Dutch Nazari in questo disco, anche se motivi per giramenti di scatole in giro sembra ce ne siano sempre a bizzeffe. In realtà ci sono umori diversi e anche parecchia malinconia da affrontare in un disco tutt’altro che monolitico.

L’album mette in mostra la varietà di soluzioni sonore che il rapper/cantautore ormai può vantare, con sensazioni e umori supportati da una scrittura sempre molto appuntita e qualitativa.

Genere musicale: itpop, hip hop

Se ti piace Dutch Nazari ascolta anche: Frah Quintale

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