EDAC STUDIO: 10 progetti interessanti dal cuore della Brianza Rock

A Cantù, immerso e nascosto nel cuore della Brianza, dove non immaginereste mai di trovare un piccolo tempio della musica indipendente, c’è invece il prezioso EDAC STUDIO di Davide Lasala. Uno studio di registrazione che vanta belle e imponenti macchine dal sapore vintage, registratori a nastro e il non indifferente contributo di Andrea Fognini.

Tra quelle mura hanno messo piede e sono nate alcune delle produzioni o premix di brani che probabilmente avrete già consumato e amato tra cui i due dischi di Giorgieness, musiche del passionale Edda, The Winstons, Nic Cester e innumerevoli altri. Abbiamo deciso di scavare nel curriculum dell’EDAC STUDIO e di selezionare 10 progetti più interessanti (non i più celebri, sarebbe troppo facile così) per questa comoda playlist.

ENDRIGO

Perfettamente in linea con band della scena che comprende Fast Animals And Slow Kids, The Zen Circus, Ministri e simili… gli Endrigo hanno dalla loro una sana rabbia data da un’adolescenza in provincia (autentica e non sepolta e dimenticata). Il loro ultimo Giovani Leoni è un manifesto generazionale di alcol, concerti in transenna e violenza urbana e contiene un piccolo capolavoro e autoritratto dei nostri vent’anni è Il Ragazzino con Giorgieness, per tutti i venerdì sera che finiscono in poghi violenti in locali mezzi vuoti. Un consiglio finale? Non perdeteli dal vivo.

CREVICE

Una voce, quella di Elia Biancardi, in grado di resuscitare i morti. Un nuovo ep in arrivo all’inizio di marzo per una band milanese valida e potente che, per un motivo o per l’altro, rimane relegata nell’underground italiano. E forse, proprio per questo, rimangono una perla rara da custodire con cura. Il loro ultimo singolo Viola è un nuovo straziante brindisi ai sentimenti infranti, alle abitudini che uccidono tutti, alla stanchezza che uccide tutto. Un ritornello da urlare in macchina.

MILO SCAGLIONI

E, a proposito di perle rare, è ora il turno di Milo Scaglioni che nel repertorio prevalentemente alt-rock a venature grunge dell’EDAC STUDIO, si impone come eccezione con il suo stile dandy di matrice brit-pop (e benvenuta psichedelia!). Il suo “Simple Present” (2017) è un delicato esempio di psych-folk che dovrebbero invidiarci all’estero, che ha il sapore delle province britanniche, come anche dei paesaggi del nord d’Europa, e allo stesso tempo non disdegnano la nebbia padana.

ORFEO

Nel 2017 usciva Arcadia, debut album di un nuovo cantautore rock di cui sentiamo già la mancanza, in particolare di brani come Perché Divento Come Voi – nuovi manifesti generazionali, puri e sinceri (come la stessa voce di Orfeo), che ti conquistano, te e tutti i tuoi loop su Spotify, e poi si sgretolano e si dimenticano. Arcadia fu un bel disco, una rara capacità di scrittura che si fonde in arrangiamenti dal sapore pop, ma con sane e vecchie chitarre che di it-pop non hanno più niente. Un cantautore sottovalutato, che vorremmo veramente non dimenticare.

GLI OCCHI DEGLI ALTRI

Sì, i cinefili lettori di TRAKS ben sapranno che Gli Occhi Degli Altri è un film del 1965 con protagonista la fascinosa Joan Crawford e no, nel caso ve lo stiate domandando Gli Occhi Degli Altri non suonano come un film noir degli anni Sessanta, quanto piuttosto come un preciso mix di post-rock, shoegaze e grunge e, tanto per cambiare, il punto forte di questa band che ha voglia di spaccare tutto è il disagio della provincia, tema sempre efficace e passionale. Chi dice che sono acerbi è soltanto perché probabilmente non sa apprezzare l’acidità viscerale di chi dichiara di non voler crescere. Da ascoltare per caricarsi, per stare peggio per stare meglio.

SOSPESI

Un altro caso a sé sono i Sospesi che sì, hanno registrato il loro ultimo singolo “Le Nostre Foto” presso l’EDAC STUDIO (un singolo con i quale hanno voluto ricominciare da zero, a partire dalla formazione che precedentemente vedeva una voce femminile). Ma il caso curioso sta che la produzione artistica invece che di Davide Lasala (proprietario di Edac e firma riconoscibile di tutte le produzioni), è stata di Giorgia D’Eraclea (che non si è mai cimentata nel ruolo, anche se non si direbbe), più conosciuta come l’eterna invincibile ragazzina dell’indie italiano Giorgieness.

GIORGIENESS

Forse non la più celebre delle produzioni di EDAC, ma di certo la più sentita. Il debut album La Giusta Distanza è la storia universale, rabbiosa e urlata di un cuore infranto, il tutto registrato su nastro per un impatto deciso, vero: “Ciao, sono Giorgia, e ti sbatto in faccia le cose esattamente come stanno, niente giochi o artefici, la pura verità“. Un secondo album meno centrato (ma non ci saremmo aspettati qualcosa di diverso da un’esordio tanto potente, ci è cascato anche Motta) che si snellisce, Giorgia diventa una ragazza raffinata con un passato oscuro. Trattatela bene e soprattutto non tenetela a bada: di fatto è l’unica donna del rock italiano.

IL TIPO DI JESI

Misterioso personaggio che da Jesi (che sì, se ve lo state chiedendo è in provincia di Ancona e non da qualche parte dell’est d’Europa) bazzica da tempo il nord d’Italia. Prima voce e deus ex machina dei .cora (Jestrai), ora solista, dietro Il Tipo Di Jesi si nasconde Tommaso Sanpaolesi. Di lui si dice che un po’ assomiglia ai primi Verdena, ma non glielo si può far notare troppo spesso, che non abbia mai assaggiato la Coca Cola e che se non l’avete mai ascoltato potete iniziare dal nuovo video/singolo Masturnazione per innamorarvene.

KAMA

E se avevate notato che in questa lista mancava un cantautore, eccolo qua. Nel progetto di Kama, che nasconde l’identità di Alessandro Camattini, che vi consigliamo di conoscere con il suo singolo Città Paradiso, trascinante (come solo chi ha studiato percussioni al Conservatorio potrebbe saper essere) come la versione più innocente di Brunori Sas, di un umorismo leggero e raro. Un personaggio non banale che si mette a servizio del più banale genere che esista: il cantautorato pop. Da scoprire, amare, ballare e condividere: un altro di quei progetti che non dobbiamo permetterci di dimenticare.

BLACK EYES 2

Ultima chicca di questa playlist una piccola anticipazione di un duo che imparerete a conoscere nei prossimi mesi. Basso e batteria, cantano entrambi, nient’altro. Puri e violenti come i Royal Blood, glaciali e arrabbiati come furono i Blood Red Shoes agli inizi, questo duo di Cantù si imporrà presto con le loro prime pubblicazioni come una delle realtà più interessanti della scena. Tenete a mente questo nome (da non confondere con i Black Keys) perché stanno per scuotere l’underground.

Smoking Area