Saette è il primo disco ufficiale di Ego e si presenta al pubblico con un suono che strizza l’occhio all’attuale scena “cantautorap” italiana senza però farne il verso. I nove pezzi contenuti nel disco raccontano percorsi di vita, spiragli di speranza e tutto quello che di buono o di sbagliato ha da offrire la quotidianità.

Sono cronache da trentenni sepolti in casa, annoiati dalla solita movida cittadina, storie notturne viste con gli occhi di chi non ha mai sonno, imprevisti che tirano colpi sotto la cintura ma non vincono.

Ego traccia per traccia

Si cita Lucio Dalla (e Nuvolari), ma quasi non parendo, in Fammi spazio, che apre il disco con un rappato fitto ma anche con un background quasi rock.

Si viaggia un po’ all’oscuro anche ne Il meglio di te, con i bassi che hanno evidentemente più importanza degli alti. Anche il testo è ombroso, umorale, a saliscendi. Si usa l’autotune, ma quasi solo per farne parodia.

Incidenti stradali e lacrime represse sembrano gli ingredienti base di Sembrava facile, in cui gli istinti melodici (e maliconici) prevalgono largamente.

Niente di meglio da dire è lenta e cadenzata, minimal prima che entri la chitarra, che scombina un po’ il discorso

C’è invece il pianoforte in Tempi e Modalità, altro brano che propone un mare di maliconia nella quale si nuota (e si cita di nuovo Dalla, ma anche Jovanotti).

Un po’ più trap l’ambiente in cui si muove Presupposizioni, con synth e sample che saltano su a fornire un sottofondo morbido su cui si stende la voce.

La title track Saette ha giochi simili ma più rallentati, con qualche tocco sonoro vintage in più, ma poi si cresce ed ecco un volume complessivo più robusto.

Brano più filosofico e meditativo, ma su ritmi funk, ecco poi Sposiamoci domani, che ha anche qualche spunto ottimista mentre osserva passato, presente e futuro.

Ritorna il pianoforte su Deja Vu, in cui per contrasto il rap ritorna a piovere fitto e intenso. “Ho una borsa di cliché/possiamo andarcene anche in vacanza”.

Si chiude con la dolce ma combattiva Piazza Andromeda, voce filtrata ma qualche graffio, in un ambiente notturno.

E’ un rap/hip hop/trap “adulto” quello che Ego propone, usando modi di scrittura personali senza indulgere alle mode del momento. L’album sembra l’ottimo biglietto da visita di una voce significativa in un ambito sempre più affollato.

Genere: cantautorato, trap

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