La provincia di Alessandria ha tante belle qualità ma difficilmente sarà ricordata per il numero di popstar regalate alla Nazione. Tuttavia, ci sono eccezioni: per esempio ELASI, talento elettronico e pop in grande crescita, alle prese con un paio di avventure future di cui si accennerà fra poco, che è nata proprio qui, nella città di Umberto Eco e Gianni Rivera, fra le nebbie e la bagna cauda.

Oggi Elisa ha scelto di vivere nella più seducente Milano, ma non ha tranciato i legami con il Basso Piemonte, anzi. E non semplicemente per vedere gli affetti più cari ogni tanto: ne è prova la serata di oggi, un laboratorio gratuito di musica elettronica per ragazzi, in collaborazione con Braoboy, con il collettivo Gasa x EduCare e con l’associazione Cultura e Sviluppo.

Sui social ELASI ha presentato così l’iniziativa: “Se da piccola, nella mia piccola città di provincia, nel mio severo conservatorio, mi avessero detto che fare musica non vuol dire solo essere meticolosi esecutori, probabilmente ci sarei arrivata con meno pippe a fare quello che amo senza darmi confini. Ecco perché desidero trasmettere quello che ho imparato in questi anni zig zag, con amore, a chi ha sogni ancora indefiniti ma sterminati: i bambini/ragazzi, gli artisti del futuro! Ad esempio: la musica si può fare con il tablet di mamma, i ritmi con le parti del corpo e i suoni con gli oggetti più inaspettati: basta solo saperlo e liberarsi. È terapeutico”.

Così al Centro giovani dei Giardini Pittaluga prende forma il “Laboratorio di musica elettronica per artisti del futuro“: ora è difficile capire quanti della decina di ragazzi intervenuti (tutti maschietti, nota negativa ma indipendente dall’iniziativa) diventeranno artisti in futuro, ma sicuramente durante la lezione si divertono, imparano ad armeggiare con strumenti curiosi, capiscono come funziona un sintetizzatore e come si campiona un suono, giocano con la musica e si divertono. E fanno una canzone insieme, che difficilmente troverà la vetta delle hitlist, ma che magari serve ad accendere una scintilla di curiosità, portando in futuro ad avere un musicista (o un appassionato di musica) in più e una persona annoiata in meno.

Naturalmente ne approfittiamo anche per rivolgere qualche domanda a Elisa. Anche perché il suo nome campeggia tra quelli più visibili dell’elencone dei “prescelti” per Sanremo Giovani, che come si sa quest’anno si terrà praticamente tutto fuori dal Festival ma che porterà i due vincitori a gareggiare sul palco dell’Ariston fra i “Big”.

Ma giusto appena prima dell’inizio dell’intervista origliamo Elisa, tutta fasciata nella propria tuta optical, con berrettino da baseball nero, che dice che di Sanremo non ne vuol parlare, sostanzialmente per scaramanzia. E infatti io, con perfidia, parto giusto da lì.

Ma come non vuoi parlare di Sanremo!

Non c’è niente da festeggiare ancora! Siamo tanti, quindi non sono ancora contenta… Non sono triste, ma non sono ancora esaltata. Ce la metterò tutta!

Allora parliamo di questo laboratorio. Come nasce il tutto?

E’ parte di un progetto per bambini che si chiama EduCare: è un bando che ha vinto l’associazione Cultura e Sviluppo. Ci ha affidato una parte di questo bando, cioè programmare dei laboratori per i bambini. Noi siamo un collettivo di creativi di Alessandria che si chiama GASA (Giovani Alessandrini Si Attivano). Ognuno di noi ha una competenza diversa: fotografi, artisti che lavorano con l’arte del riuso, illustratori, qualcuno anche multitasking.

Abbiamo realizzato una serie di laboratori: dallo yoga per bambini alle danza popolari, anche piemontesi; laboratorio di riuso creativo, utilizzando la carta da regalo per fare fogli particolari. Insomma un sacco di cose un po’ fuori dallo standard normale. Io ho pensato: che cosa posso fare? Quello che faccio tutti i giorni! Perché di solito lo si insegna soltanto ai grandi?

In realtà è molto più facile: i ragazzi hanno creato una canzone bellissima, perché è molto intuitiva la musica elettronica. Mi sono ricordata di me da piccola: io ho studiato chitarra classica al Conservatorio e pensavo che gli strumenti fossero soltanto questi. Quando vedevo il sintetizzatore pensavo: “Quello è uno strumento da grandi, non potrò mai suonarlo”.

Invece adesso che lo suono, dopo anni e anni di studio, tuttora lo suono a caso! Perché il suono lo trovi sperimentando, con la creatività mentale e la libertà che avevi da bambino, senza troppi limiti.

Come hai trovato i ragazzi?

Molto partecipi e curiosi. Io avevo paura di “perderli”, perché poi ovviamente sono iperattivi e molti si mettono a suonare il sintetizzatore mentre altri registravano. Però ronzavano sempre intorno a quello che stavamo facendo. Erano tutti lì, volenterosi e quando chiedevi chi voleva suonare il basso o altro, tutti volevano provare. E’ stato soddisfacente: come già avevo pensato la musica elettronica è per tutti.

Ci saranno altre puntate?

Per questo progetto qui è la penultima, la prossima sarà di illustrazione. Però abbiamo già delle richieste, anche da scuole di Milano, per portare avanti un laboratorio di musica elettronica per bambini perché è piaciuta molto l’idea. Effettivamente non è un’idea geniale ma magari non tanti ci avevano pensato prima nei paraggi.

Tu abiti a Milano ma evidentemente non hai reciso le radici con la città di origine.

Sì, è una sfida personale per continuare a fare qualcosa in questa città, a cui mancano dei momenti di ritrovo tra creativi, tra artisti, occasioni di creare e fare arte. Non ce ne sono più, mentre quando ero più piccola ce n’erano. Non ci sono più tanti posti dove fare concerti e prove. Non so perché. E’ cambiata, non è più una città con tanta offerta culturale. Nonostante ciò non mi lamento e se posso fare qualcosa per cambiare le cose lo faccio.

Tolto Sanremo, altre cose che hai in ballo in questo momento?

Faccio il disco! E veramente non vedo l’ora. Sono felice dell’ep che ho fatto (CAMPI ELASI, uscito nel 2020, Ndr). Però il disco sarà molto più coraggioso. Contiene sia il pop sia l’elettronica, l’ “elettrica” e vari generi mescolati insieme. Sono contenta perché ho imparato a fregarmene. Che non vuol dire fare “sperimentale” perché a me piace il pop della radio, come mi piace l’elettronica sperimentale, come mi piace la musica africana o dell’Asia o del Sudamerica. E poi mi piace tanto ballare e far ballare: il mio altro lavoro è fare la dj, quindi pensare a dei pezzi che potrebbero far ballare una persona.

Quindi c’è continuità con Cocoricò, il tuo ultimo singolo.

Sì, poi ci sono anche altre note più pazze in realtà. E ci sono degli ospiti speciali che non spoilero ancora… Veramente fighi!

Hai già una data d’uscita?

No, dipende…

Ah ok, ovviamente dipende da quell’altra cosa di cui non parliamo per scaramanzia…

Esatto!

Pagina Instagram ELASI

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