Elasi, “Campi Elasi”: recensione e streaming
Campi Elasi è l’ep di esordio di Elasi, in uscita per Neverending Mina con distribuzione Artist First. Anticipato dal singolo Valanghe, “Campi Elasi è un luogo di discese di neve calda, strobo sottomarine e vie lattee gonfiabili in cui sono andata a rinascere quando sembrava che non mi riuscissi a rialzare“, come lo definisce lei stessa.
Giovane cantautrice, chitarrista e producer alessandrina, pubblica sei tracce dal sound multiforme, tutte composte e scritte da lei stessa, che ne ha sempre affiancato anche la produzione, immergendosi nel processo creativo a 360 gradi.
Elasi traccia per traccia
L’ep si apre con Souvenir, ondeggiante pezzetto con un po’ di pop e un po’ di disco che si mescolano in un pastiche geografico e linguistico.
Si viaggia in territori più ricchi di tensione, anche sessuale, con una molto colorata e sintetica Esplodigodi. Un po’ più tranquilla, ma anche molto più stralunata, ecco Supererrore, popolata di vocette in background e di piccoli suoni nervosetti.
“Mi drogo di amnesia” dice Elasi all’interno di Sentimentale Anarchia, che si droga anche di riferimenti ai Subsonica e di un battito piuttosto evidente.
Ecco poi il singolo Valanghe, con il suo augurio iniziale e il suo giretto di chitarra, che introduce a un po’ di rime fitte, metà hip hop e metà talking blues, con sensazioni in netta crescita.
La chiusura dell’ep è affidata ai rimbalzi di Voli pindarici, in realtà piuttosto concreta, benché “corteggiata da Samurai”, per una conclusione filante ed elettrica.
Non ha paura del surreale, Elasi, e neanche del ritmo: sperimenta il giusto, all’interno di canoni pop ben determinati ma elastici. Non ha paura neanche di risultare originale e fuori dal comune, per fortuna: la ragazza dimostra idee molto chiare e un talento che non prescinde dalla sperimentazione.