La band new wave/synth wave Electric Floor (www.facebook.com/electricfloor) ha annunciato che pubblicherà il suo prossimo ep dal titolo Fader il 6 marzo, tramite l’etichetta Vipchoyo Sound Factory. Il trio ha appena rilasciato il video di Bluedive, primo singolo estratto dall’ep. Un singolo che scomoda paragoni impegnativi, come Psychedelic Furs, Echo & The Bunnymen, Interpol. Li abbiamo intervistati
Potete presentare il vostro nuovo disco, “Fader”?
Fader è frutto di un lungo percorso musicale, inizialmente era un album di dieci brani, poi ci siamo presi del tempo e ne abbiamo accantonata la metà. Abbiamo scelto le cinque canzoni più importanti, quelle che sono strettamente collegate fra loro. Siamo certi che racconta in modo spontaneo quello che siamo, nei pregi e nei difetti. Lo abbiamo registrato con il nostro amico e fonico Alberto La Riccia (Echo Mobile Studio)
Uscirà il 6 marzo via Vipchoyo Sound Factory Label, disponibile in cd e su tutti gli Store digitali.
Da dove è nato il titolo del disco?
Abbiamo usato tantissimo i faders, dalla nostra sala in fase di composizione, allo studio in fase di missaggio. Sono stati determinanti nella ricerca del suono, quindi abbiamo voluto rendergli omaggio. Della cover se ne è occupato un nostro caro amico, talentuoso disegnatore, Piero Nudo. Vi consiglio di visitare i suoi lavori su In copertina c’è un fenicottero bellissimo, di cui molti si sono innamorati.
Quali sono le vostre fonti di ispirazione?
Prendiamo ispirazione da tutti quei generi fondati sulla suggestione sonora, sull’interpretazione soggettiva di una canzone e sul trasporto emotivo. Oltre all’aspetto degli ascolti, nella nostra musica incidono molto i libri, il cinema e tutto quello che ci succede direttamente.
Quali sono i punti forti della vostra musica? Cosa può incuriosire un eventuale nuovo ascoltatore? Quali sono le vostre qualità principali?
Il punto forte, a quanto dicono gli spettatori e i recensori, è la carica emotiva. C’è sicuramente sentimento e molta interpretazione. Tendiamo a vivere le canzoni come un percorso di vita e, forse, tutto ciò si nota.
Come nasce una vostra canzone? Parlateci del processo creativo…
Tutto parte dalla suggestione sonora, certe volte inizia con una idea di chitarra, di synth o di basso… a volte anche da un pad di batteria. Quando sentiamo salire la tensione, ci lasciamo guidare in una lunga jam session. I testi si poggiano sui suoni, come se fossero la traduzione della nostra sensazione, poi una volta capito la direzione del brano iniziamo a smontarlo e rimontarlo fino a quando siamo soddisfatti.