ELND, “Common Fears”: la recensione

Si chiama Common Fears il disco d’esordio del producer italiano ELND. Common Fears è un concept album che prevede intrecci di synth, impronte dub e percorsi in direzioni differenti. La musica di ELND va sotto l’etichetta “dreamy dub”, con qualche spruzzata electro qui e là.

ELND traccia per traccia

Lie è il pezzo d’apertura: una ritmica articolata, con una voce narrante ricca di echi e una malinconia sottile che fa da tratto comune. Più martellante il ritmo di In the wave, che si fa concreta e presente.

Percorsi più evocativi quelli tracciati fin da subito da Inner Conflicts, che presto però mette in evidenza anche le proprie asperità. We Had Enough ha obiettivi mobili e un ritmo conseguente, non troppo dreamy.

Truly Nice Trips ha ritmi molto serrati, su panorami per lo più cupi, ma anche alleggeriti da elettronica particolarmente volatile. Over You apre con un soffio che presto si tramuta in vibrazione, e in sussurri dubbiosi di una voce recitata.

Hard Dreamy Dub è “cantata”, nel senso che è aperta da un sample di voci a coro, ma si trasforma subito in una marcia dal ritmo molto marcato. Anxiety tiene fede al proprio titolo con dinamiche articolate e ansiogene.

Different How? oppone un battito preciso e cadenzato a svolazzi elettronici a loop. Si chiude con Sick2, tra voci bellicose e sostanze electro-tossiche.

Benché la parte “dreamy” sia soccombente rispetto a quella dub, il disco d’esordio di ELND è molto interessante per la varietà di panorami sonori che riesce a suggerire.

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