Emit: in riva al proprio Adige
Verona è l’ultimo singolo di Emit, un viaggio nella geografia, nella storia e nella letteratura che meritava qualche approfondimento.
Ciao Emit, come va in questo ultimo periodo?
Ultimamente tutto ok, in ripresa. Finalmente sto lasciando andare cose che mi portavo dietro da un po’, compresi pezzi come Verona. Sto cercando di combinare la tranquillità di stare a Lodi e lavorare sulla routine creativa, con l’intenzione comunque di stare in contatto con chi ha voglia di ascoltarmi.
All’interno del dilemma “si scrive prima la musica o le parole?”, come hai approcciato lo spoken words? Il testo è stato scritto prima o dopo la strumentale?
Mmm allora, fammi pensare. Credo siano nati in parallelo, quindi separatamente. Un’amica mi ha regalato un taccuino e quindi ho fatto una cosa che non facevo da molto, cioè scrivere solo parole (di solito parole e musica nascono simultaneamente). E quindi ho mantenuto poi il parlato quando l’ho messo sul giro di chitarra, anche perché comunque è una cifra che mi porto dietro da tanto. E si sposava con la non-struttura musicale di un loop che si ripete.
Lo spoken words avvicina il brano a una struttura narrativa. Oltre a Romeo e Giulietta, opera letteraria che citi nella canzone, ce ne sono altre che hanno ispirato il brano?
La narrazione va per immagini ed è più che altro basata sui giochi di parole, questo perché alla persona a cui mi rivolgo piaceva tanto fare giochi di parole. A partire dal titolo, ma per capirlo bisogna ascoltare il pezzo fino alla fine.
La strumentale di Verona, che alterna pieni e vuoti, si presta benissimo come colonna sonora di un film. In che pellicola la sentiresti bene? E se ce n’è una in particolare, in quale scena del film?
Mi viene in mente Santa Maradona, ma mi piace troppo per sentirmi effettivamente all’altezza. Però se uscisse un film simile secondo me potrebbe funzionare per quando si sono appena lasciati (ma poi si rimettono insieme), e uno dei due gira in macchina per smaltire le emozioni.
Verona sembra anche un piccolo romanzo. Che nesso c’è tra la città e i personaggi che la animano?
E’ come se fosse effettivamente una scenografia teatrale che viene montata per recitare l’ultimo atto.
Quale sarebbe il posto migliore dove ascoltarla?
In riva al proprio Adige.
Un luogo nascosto, fuori dalle rotte turistiche della città, che la gente dovrebbe assolutamente vedere di Verona o dintorni?
Purtroppo non conosco abbastanza bene la zona, per me Verona rappresenta più che altro uno snodo dove cambio treno per andare in montagna. E dove ho passato quei pochi giorni che hanno ispirato la canzone. In realtà mi è piaciuta tantissimo, ma ho anche cercato di rimuovere!
Quanto incide la mente, intesa come organo calcolatore del raziocinio, in una relazione che dovrebbe farsi guidare dal cuore e dalle emozioni? Come si fa a non ascoltarla?
Credo sia una questione di dosaggio. Il problema è quando la mente non incide per niente o quando interferisce troppo. Nel primo caso non c’è visione né progettualità, quindi non c’è futuro (vedi Verona). Nel secondo caso non c’è trasporto e non c’è fiducia, perché l’amore prevede anche un atto di fede, e questo non può essere razionale. Poi comunque pensiero ed emotività sono del tutto interconnessi e si modellano a vicenda, sono due capi di un’unica corda.
Come esce Emit da una relazione appena conclusa?
Ti dico onestamente che questo è un brano di qualche tempo fa, che per diversi motivi non riusciva a essere pubblicato. Comunque Emit esce da una relazione appena conclusa esattamente come qualsiasi altra persona: provato, ma almeno ha provato.