Emma Nolde @Area Archeologica Giardini Luzzati – il report
Io di questo concerto non avrei voluto scrivere: amo Emma Nolde visceralmente dalla prima volta in cui, per caso, mi è capitata in cuffia. Meritavo di godermi lo spettacolo senza prendere appunti sulla scaletta, senza concentrarmi sui dettagli e sulle foto da scattare ma semplicemente lasciandomi guidare dall’emozione. Ma tant’è di fronte a uno spettacolo del genere è proprio difficile rimanere immobili, senza condividere un po’ di questa magia che ti è entrata negli occhi e nel cuore.
Siamo a Genova, all’interno dell’Area Archeologica dei Giardini Luzzati, un luogo intimo e magico dove sempre più spesso la musica live la fa da padrona, anche grazie all’iniziativa Primavere 23 dedicata all’universo femminile. Siamo emozionati e convinti che stare accanto alla cassa sia una buona idea, noi che abbiamo raggiunto la prima fila sapendo che cosa sarebbe successo da lì a poco.
Tutta vestita di bianco, con la cravatta nera di pelle, Emma Nolde entra in scena, dopo che Alice Caronna ha aperto la serata e scaldato il pubblico. Siamo in ritardo sulla tabella di marcia, ma poco importa: dopo poche note tutta la sala è rapita dall’eccezionale magnetismo di questo incredibile talento.
Io di questo concerto non avrei voluto scrivere: non posso razionalmente essere lucida, non ho nemmeno la scaletta completa. Fuoco coperto è stato il primo colpo messo perfettamente a segno: “Avrete i miei vent’anni, non avrete i miei ricordi“. Inizia così il suo secondo album, Dormi, inizia così il suo spettacolo live. Con un sorriso, una timidezza che una volta sotto i riflettori, con i suoi strumenti e le sue note diventa meno marcata, meno sofferta. “Diamo un’accezione positiva alla parola sfigato, io sono sfigata, ma non è una cosa sbagliata” racconta in una delle pause la giovane artista toscana.
Tormenti, interrogativi, un sentire forte e un metabolizzare lento rendono la musica e l’essenza stessa di Emma una sorta di terapia collettiva, in cui si mettono sul tavolo le paure, i pensieri più nascosti, le mancanze e i desideri, e si cerca di dar loro una forma, una sostanza, renderli presenze tangibili e, volendo, lasciarle poi andare.
Immancabili alcuni pezzi estratti da Toccaterra, il suo primo lavoro in studio, dalla più ritmata Berlino a Nero Ardesia e Resta, ognuna colpo al cuore a modo suo. Si avvicina sempre di più alle nuove canzoni passando anche per Un mazzo di chiavi, un ombrello, lì in mezzo che riuscirebbe a far venire nostalgia anche alla matrigna di Cenerentola. “Lascia che ti perda come la pazienza“. Magnetica, seduta al piano, con la chitarra o con il basso tra le braccia, riesce a domare tutti gli strumenti, a catturare tutti i cuori e a tenerli incollati a lei dalla prima all’ultima canzone.
Si susseguono Dormi e la sua straordinaria potenza di promesse e intenzioni, accompagnata dalla dedica alla sorella Te ne sei andata per ballare, entrambe baluardi di difesa e protezione; CQVT con il suo ritmo, ben accompagnata da Respiro e da Voci Stonate, che fanno sentire tutti parte di qualcosa di grande, di unico e prezioso. Rispetto alle prime apparizioni live, Emma è cresciuta tantissimo, ma riesce a mantenere quel distacco necessario dalla popolarità a tutti i costi. Credo che, in cuor suo, sappia di avere un dono prezioso, e che abbia il coraggio e la voglia di custodirlo.
Io di questo concerto non avrei voluto scrivere: occhi lucidi troppo spesso, sorrisi imbambolati e foto mosse sono il risultato di tutto questo. Non proprio professionale, ma è tutto quello che vorrei da un concerto.