Emma Nolde, “Dormi”: recensione e streaming
Aspettavo questo disco da quando Emma Nolde è tornata a Genova, lo scorso luglio, e ha di nuovo rapito completamente l’attenzione e l’emozione di chi se l’è trovata davanti, sul palco di un festival estivo.
A soli 21 anni è già al secondo album: la sua nuova creatura è venuta al mondo partendo da lontano, quasi ormai due anni fa, quando la pandemia era la colonna portante delle nostre vite, e arriva ai primi mesi di quest’anno. Si intitola Dormi e prova in ogni modo a insinuarsi sotto pelle come una dose potentissima di brividi.
La presenza di Motta, che ha collaborato alla realizzazione del disco, si sente come quella di un amico: non è tangibile, ma serve a dare ancora più senso a quello che sta accadendo intorno. Qui, intorno, si brucia di emozione, si sente pian piano sciogliere quella sottile coltre di ghiaccio che ci ricopre il cuore. Abbraccia tanti mondi Emma Nolde, passa con disinvoltura dal pianoforte più classico al ritmo quasi tribale, dall’aprire delicatamente la porta del suo mondo interiore allo sbattertelo in faccia, così simile e spezzato come il tuo.
Emma Nolde traccia per traccia
Avrete i miei vent’anni, non avrete i miei ricordi
Serviva un’intro per un album del genere, e Fuoco coperto svolge perfettamente il ruolo che gli è stato assegnato: poche frasi che lasciano intravedere un luogo nuovo in cui non possiamo fare a meno di addentrarci. Archi e percussioni fanno il resto, fino al sussurro finale che sottolinea quello che non siamo disposti a perdere.
Ho gusti diversi / per riuscire a fare come fanno dovrei inibire i miei sensi
I coretti saranno anche figli del male ma riescono sempre a fare il loro sporco lavoro: fanno cantare. E poco importa se quel che viene fuori sembra simile a delle Voci stonate di chi non riesce ad andare dritto e ha bisogno di canzoni per parlare. Le voci stonate sono quelle di chi non riesce a stare fermo e ha bisogno di pensare ad altro, anche se poi il problema resta sempre alle spalle. Emma ammette di sentirsi diversa in questo testo come forse non aveva ancora esplicitato così chiaramente. Diversa da qualcosa che non le appartiene, e mai finiremo di ringraziare per questo regalo noi che ascoltiamo la sua diversità che ci rende uguali e speciali come non mai.
Appoggiati a questa certezza / se non vuoi appoggiarti a me
Dopo aver quasi rischiato di ballare, Emma riesce a stenderci con una vecchia conoscenza, il singolo già estratto La stessa parte della luna. Una persona se ne va, un’altra resta, ma la luna continua a essere una certezza per i cantautori da generazioni. L’unica cosa in comune da stasera è la luna canta Emma, urla Emma, facendo sentire un po’ di quel dolore che mostra quanto possa essere difficile dirsi addio mascherandolo per un arrivederci.
Ho sempre avuto fretta ma tu meriti la mia pazienza / Ancora una volta / in questo momento sbagliato
La title track Dormi non vede l’ora di portarti al buio e far sembrare ancora tutto possibile. Una ninna nanna rassicurante, pericolosa per quanto riesce ad avvolgere e a far sentire a casa, per quanta tenerezza riesce a liberare nel suo crescendo.
Ora bisbigliamo / riusciamo ad avere la stessa voce
I live estivi avevano la quinta traccia, Respiro, in scaletta. Vuoi per l’energia e del ritmo, vuoi per la possibilità di mostrare quanti colori possono avere la voce e l’anima di questa ragazza. La storia è quella di un rapporto molto intimo di corpi che cantano e di voci che diventano una soltanto. Sensuale senza essere volgare, con una risata accennata e azzeccata quando l’atmosfera inizia a scaldarsi.
Ma penso a te da così tanto che sono io solo se ti penso / E, se non ti penso, non so chi sono
In Non so chi sei il gioco si fa duro sul serio. Inizia avvolgendo intorno alla chitarra un synth che riempie completamente il piccolo spazio vuoto lasciato tra una parola e l’altra. Conoscere veramente qualcuno è il mestiere più complesso al mondo: si conoscono abitudini e ambizioni, mai la vera essenza delle persone che abbiamo accanto. L’indole protettiva di Emma continua ancora tra cadute e braccia tese per raccogliersi, lasciando ancora una volta ben chiara l’idea di quanto forti possano essere certi sentimenti.
Poi te nе sei andata per ballare / E io volevo ballare con te
Dedicata alla sorella, Te ne sei andata per ballare è ancora una volta una ferita aperta: crescere insieme totalmente, passando dalla complicità al vedere le strade separarsi. Un racconto quasi fotografico di una storia iniziata con una cameretta e finita con una valigia fatta per inseguire un sogno, spezzando così un legame forte e inevitabilmente fragile. La costruzione musicale tiene insieme quel che rimane, tra la delusione e l’affetto che resta.
Ma ormai voglio vedere / come va a finire / Ho paura
La Storia di un bacio parla di quei brevi, interminabili che separano due labbra che stanno per baciarsi. Spesso non è solo un apostrofo rosa fra le parole “ti amo”, ma il preludio di una serie di gioie e disgrazie chiamato sì amore, ma declinato in ogni suo aspetto patologico. La paura di saltare nel vuoto a volte si placa soltanto con la curiosità di vedere fin dove si riesce ad arrivare in due. Ancora una volta vocalmente irreprensibile, si accompagna a meraviglia al tappeto sintetico creato per tenere su la trama.
Abito dentro a chi mi frequenta / stessa frequenza / muovi la mia culla, addormenta / annulla ogni mia sveglia interna
CQVT, che nel ritornello rivela essere acronimo di “cerco qualcuno che venda il tempo” spiazza ancora cambiando sonorità, con dei bassi importanti e dei cambi di tempo inaspettati, come inaspettati sono certi incontri. Incontri necessari, momenti ritagliati e attimi veloci da mordere senza fuggire.
Tu non sei la mia resa / tu sei la mia scelta / il tuo entusiasmo risponde a ogni mia domanda
Un live in studio al pianoforte chiude il cerchio perfetto che i dieci brani sono riusciti a creare. Ti prometterei stringe a sé affetto e amore, ancora una volta in quell’abbraccio che riesce a parlare dritto al cuore, a volte molto meglio delle parole che non si riescono a dire. Se il futuro non fosse un gioco d’azzardo rende tutto ancor più vero, perché ha la consapevolezza della difficoltà.
22 anni a dicembre, Emma Nolde ha dentro di sé infiniti mondi possibili. Non basta saper cantare, non basta saper suonare e riuscire a tenere il palco come una performer navigata: ogni volta che apre bocca si rimane sospesi a mezz’aria, aspettando quella parola in più per tornare a respirare anche noi con lei. Il 2022 è stato un buon anno per ben poche ragioni: Dormi è una di queste.