Emma Nolde @ Lilith Festival: il report
Scattare foto davanti a un palco mentre senti scendere le lacrime è un casino. Non è sicuramente troppo professionale, ma l’emozione quando arriva arriva, un po’ come il natale, e solitamente arriva sempre sbattendo la porta, accomodandosi sul divano con i piedi sul tavolo, proprio come se fosse a casa sua. E tu sei lì, macchina fotografica in una mano, smartphone nell’altra e ti senti completamente persa. Morale: le foto non sono poi male, ma la scaletta l’ho segnata per metà. Succede. È già successo, ricapiterà, soprattutto quando la protagonista di scatti, stories, live report e lacrime annesse è Emma Nolde. I suoi concerti hanno spesso trovato spazio su queste pagine, eppure non annoiano mai. L’estate 2024 la vede protagonista della prima serata del Lilith Festival, nella verde cornice di Villa Bombrini a Genova Cornigliano. Le rane gracidano felici, fa anche un po’ freschetto per essere luglio, ma poco importa: l’headliner della serata dedicata alle giovani promesse (alcune già mantenute) del cantautorato riesce a scaldare più di una tazza di tè fumante, ad avvolgere come una coperta calda, e non importa la stagione che stai vivendo.
Sola sul palco con quattro strumenti e tanta elettronica, Emma sta quasi sempre sotto poche luci che evidenziano ancor di più il buio intorno, mentre si susseguono le sue canzoni più amate come Dormi, Berlino e Respiro, il nuovo singolo Mai fermi, una cover spiazzante de La bambola di Patty Pravo e ancora Te ne sei andata per ballare, dedicata alla sorella Marta, e la chiusura meravigliosamente nostalgica La stessa parte della luna. Ogni volta che la incontriamo, la giovane e talentuosissima artista riesce a sorprendere ancora un po’ di più di quella precedente: migliora la presenza scenica, nonostante il suo innato magnetismo; migliora la performance vocale, l’attitudine a non aver troppa voglia di chiacchierare ma di avere un sacco di cose da dire e di saperlo fare sia ballando sia raccogliendo le energie e le forze.
Prima di lei, sullo stesso palco, un’altra certezza, questa volta made in Genova: Irene Buselli. Con i suoi brani, tra cui citiamo Sottile, Il palombaro e Dai amore voglio un cane, la sua voce delicata e affilata, la sua presenza rassicurante e ipnotica in alcuni passaggi, riesce a conquistare chi ancora non aveva avuto il piacere di incontrarla e chi, invece, ogni volta che la vede sorride prima, e si commuove poi.
Spazio anche alla band Il Gentiluomo, declinata al maschile ma tutta al femminile, che ha avuto il compito di far partire la serata dimostrando grinta e padronanza degli strumenti.
“Grazie per venire ai concerti ad ascoltare”, dice Emma Nolde poco prima di lasciare il palco, e questo riesce a strappare un’ulteriore pensiero, quello della buonanotte: quanta musica ci passa nelle orecchie, e quanta poca attenzione le prestiamo? Con artiste come lei, e come quelle che sono passate e passeranno su questo palco, non si tratta di assistere a uno spettacolo, si tratta di abitare un’emozione, di lasciarsi attraversare. E dovremo farlo decisamente più spesso.
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