Si chiama Natura Viva il nuovo disco degli Eugenio in Via di Gioia: la band torinese approda nelle capienti braccia della Universal Italia con un album che, per ammessione del gruppo stesso, è nato un po’ meno “per strada” (ma solo un po’) rispetto ai precedenti.

La band ha presentato il nuovo disco il giorno dell’uscita, venerdì 1° marzo a Milano, e noi di TRAKS abbiamo dato ampio report della presentazione qui, con tanto di intervista dedicata.

Eugenio in Via di Gioia traccia per traccia

Lettera al prossimo è già un discreto pugno nello stomaco: il tono non è certo quello giocoso e gioioso di alcuni brani del passato, anzi si parte sostanzialmente con una ballad ricca di autocoscienza. Per un disco comunque molto colorato, le prime note sono piuttosto cupe e preoccupate (“giurami che/veglierai con me/se no poi domani saranno guai”).

Aspirazioni di libertà si concretizzano in Inizia a respirare, storia di un re Mida contemporaneo e un pochino tropical. Il tema dei soldi è sviluppato in modo quasi favolistico e con cascate di note, questa volta sì piuttosto festose.

La ben nota Altrove è già stata presentata come singolo. La band racconta come la linea di basso, scritta come il resto del brano dal bassista Lorenzo Federici, è quella registrata nella “cameretta” di Eugenio Cesaro, lasciata intatta benché registrata con attrezzatura di second’ordine perché molto viva e vera. E nonostante la semplicità di fondo, il brano rischia di essere proprio il più vivo e forse il migliore di tutto il disco.

Albero parte con sample vocali che armonizzano e poi cresce quasi contemplativa. Il brano è più “sintetico” del solito, ma rispecchia un cambiamento o quantomeno un ampliamento delle tecniche sonore adottate nello specifico per questo disco.

Si torna a un consistente giro di chitarra per Cerchi, altro singolo, che propone domande sull’identità proponendo ricerche e domande senza risposta.

Pace all’Anima trasporta in un Eden deprivato di senso del mistero e del proibito, sintomatico forse della mancanza di senso che si riscopre all’interno delle coppie di oggi.

Ecco il viaggio da fermi di Camera mia, altro singolo (il disco è pieno di singoli, effettivi o potenziali), che cita gli Smiths e Battisti, ma che è molto “Eugenio” nella forma e nella sostanza, con una buona mescolanza di sonorità, di sorrisi e di pensiero.

Il Tuo Amico Il Tuo Nemico Tu è la più visionaria, la più intensa e anche cruda, con una narrazione fitta quasi rappata (e con uno stile che può far tornare alla mente Daniele Silvestri), girata in modo cinematografico in un deserto che poi è la propria mente.

Si procede con Il Fine e la Luna, storia di sguardi, di cieli e di dita, per un brano corale e molto baldanzoso, intessuto su un movimento nervosetto di chitarra.

A chiudere La misura delle cose, altro brano dolceamaro: un invito a un’autosalvazione che diventa quasi religiosa, con momenti di concentrazione quasi intima. Particolarmente efficace l’immagine “è giunto il momento di ridere/coi tuoi denti”.

In conferenza stampa abbiamo fatto notare come il disco sia sicuramente meno ricco di frizzi e lazzi, forse più maturo. Gli Eugenio in Via di Gioia ci hanno spiegato come le canzoni dei dischi precedenti nascessero con in mente i concerti in locali piccoli pieni di gente distratta di cui era necessario richiamare l’attenzione.

Ora, con il passaggio a una major e con l’attenzione dei media (benché Wikipedia metta in dubbio la loro rilevanza enciclopedica dicendo di loro: “Come altri gruppi simili sembrano prodotti di laboratorio“) questa esigenza di fare rumore per attirare l’attenzione non è più presente, quindi ci si concentra su canzoni e su testi, sfrondando un po’ di orpelli.

Viene a mancare un po’ di teatralità, alcuni giochi di parole, alcuni barocchismi che si riscontravano nei dischi precedenti. E quello che rimane è forte, fantasioso, sostanzioso e in grado di mettere in rilievo soprattutto il talento di questi ragazzi.

Genere: indie pop, cantautori

Se ti piacciono gli Eugenio in Via di Gioia assaggia anche: Dimartino

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