Fuori per La Moon Records (distr. The Orchard) il primo ep di Extrasistoli, alterego di Antonio Petruzziello, cantautore romano classe 1996. Pop & Ultraslim è un disco che vede la produzione di Davide Zaninotto, in arte Treccio ed è un progetto di canzoni che fonde testi d’autore con sonorità it-pop contemporanee, contaminate da un nostalgico rock d’annata.
Sognavo di fare musica sin da quando ho memoria, ma non ho mai avuto la mentalità, né la costanza per mettere da parte qualche singolo e provare a dargli un filo conduttore, a renderlo un insieme di canzoni che si vogliono bene fra loro: un disco. All’inizio del 2020 c’è stata quella storia del tizio che ha mangiato un pipistrello dall’altra parte del mondo e io ho dovuto fare i conti con le mie paure che si sono trasformate in panico e hanno fatto da carro trainante per la mia scrittura: stavo male, ma scrivevo tanto. In quel periodo ho praticamente elaborato tutto quel che avevo vissuto fino a quel momento.
Ritrovatomi con questi singoli belli, per me, fra i tanti scartati, decido di affidarli a Treccio, mio amico fraterno conosciuto otto anni fa con il quale è scattato l’amore reciproco. Lui si innamorò delle mie canzoni, io dei suoi colpi di genio in tutti i campi dello spettacolo. Perché dire che Treccio è un produttore o un arrangiatore è riduttivo. Però posso dire che prima di questo ep non sapeva di essere anche questo, mi diceva “Ci provo ma non l’ho mai fatto”. Per questo mi arrogo il diritto di dire che “l’ho inventato io”, e mi tocca dirlo subito per quando lui sarà famoso, almeno alle brutte avrò un merito. Fatto sta che una volta finite queste canzoni, decido di farle ascoltare ad Andrea Battisti, altro amico di vecchia data, che erano anni che mi diceva di lavorare insieme nonostante la mia testa fra le nuvole.
Andrea si è subito appassionato al progetto e mi ha proposto di farle uscire sotto l’ala protettiva di La Moon Records che mi ha guidato benissimo e con cui stiamo già lavorando a tantissime altre cose. Sono contento che queste canzoni scritte ormai 4 anni fa le più vecchie e 2 anni fa le più recenti, possano prendere vita e provare a spiccare il volo da sole, anche perché le ho tenute per me per fin troppo tempo, adesso possono diventare di chiunque abbia piacere di ascoltarle
Extrasistoli traccia per traccia
Molto alcol, qualche rissa e un po’ di dramma in Come fare, canzone d’apertura del disco, che aggiunge una chitarra elettrica alle atmosfere scure e quasi latineggianti dell’inizio.
Fluida e meno incazzata M’ero scordato, animata da un battito vivace e da una certa ironia e anche dalle romanticherie di un amore agli inizi.
Metafore calcistiche e pianoforte alla partenza de Il nostro turno, ballad con archi e dolcezza, anche se espressa con una certa rudezza.
In silenzio si avvia invece su sonorità sintetiche, a raccontare con leggerezza qualche dolore che “comunque brucia”. Suoni pesanti quelli di Botte, quasi una breve colonna sonora di un film di gangster.
Frequenze radiofoniche in apertura di Scaldaminestra, altro pezzo che racconta in fretta, su ritmi accelerati, cantando quasi a perdifiato di una storia finita in terapia, dopo essere passato per le mani di una manipolatrice.
Torna un po’ di dramma nei battiti rapidi di Tachicardia, tra electro ed elettrico, con un po’ di autotune che non rende meno rock il panorama.
Rissoso, romantico, perfino un po’ poetico Extrasistoli piazza un disco divertente e sensato, portatore di una sensibilità particolare e di un’ottima scrittura.