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Con un’esperienza alle spalle come autore per canzoni di altri, come membro di band e come autore di colonne sonore, fABIO bLIQUO pubblica Controsensi, disco da nove tracce attente ai testi ma anche a sonorità spesso piuttosto soft. Abbiamo rivolto qualche domanda al cantautore.

Puoi raccontare la tua storia fin qui?
Sono un autodidatta, ho scoperto a 15 anni gli accordi sul pianoforte, da lì ho poi iniziato a scrivere canzoni e non ho mai smesso… Ho scritto di tutto ma ci sono voluti anni per arrivare ad avere in mano del materiale che mi potesse rappresentare. E comunque non sono ancora soddisfatto.

Hai una vasta esperienza come autore di canzoni per altri, hai realizzato un ep ma “Controsensi” è il tuo primo lp. Perché (solo) ora?

Ho vagato a lungo prima di poter capire cosa volessi davvero esprimere e alla fine ho capito che potrei non avere limiti, è solo questione di avere o no la possibilità di farlo.

Quali atmosfere, umori e sensazioni rappresenta il disco? E’ la fotografia di questo periodo oppure è il frutto di un lavoro prolungato?

L’album Controsensi rappresenta un gesto d’irragionevolezza, l’unico che ritenga davvero sensato compiere, in senso artistico naturalmente. Ho provato a infondervi tutta la follia creativa dei miei giorni fatti d’irrequietezza, disillusione, lampi improvvisi e, per l’appunto, controsensi.

Come nasce e a che cosa o chi è ispirata “Il disfattista”?

Il disfattista è un esercizio di fredda e nichilistica disperazione. Credo si tratti di un’entità che si può annidare dentro ognuno di noi e se non ci confrontiamo di tanto in tanto con le sue istanze, queste un giorno potrebbero sopraffarci.

Puoi raccontare la strumentazione principale che hai utilizzato per suonare in questo disco?

Elementi fondamentali del lavoro sono stati la chitarra elettrica e il basso di Luca Burocchi, la batteria di Lorenzo Ciculi e in generale tutti i fonici al Pitch Audio Research di Perugia. Io mi sono cimentato col piano elettrico, la chitarra acustica e il Microkorg, un synth che caratterizza sicuramente il suono di alcune canzoni.

Chi è o chi sono gli artisti indipendenti italiani che stimi di più in questo momento e perché?

Negli ultimi anni artisti come Alessandro Fiori e Iosonouncane hanno indubbiamente alzato il livello della scena indipendente. Ma mi piacevano tanto anche i Non voglio che Clara.

fABIO bLIQUO traccia per traccia

fabio-bliquoLa prima traccia è La lesione, un pezzo mid-tempo con modi soft rock, messi in piedi per dare maggiore respiro al cantato. Pagliacci incomincia un percorso molto più fantasioso, anche grazie agli interventi del synth. Si lavora in acustico con Provo a respirare, ancora morbida in contrasto a un testo che parla di violenza, seppur in termini piuttosto stranianti e contrastati.

Anche Il Disfattista sceglie la chitarra acustica, ma la accompagna anche con l’elettrica in formato slide, con l’andamento che procede poi a un certo irrobustirsi delle sonorità in corso d’opera. Lieve lieve rispetta la promessa del titolo e si presenta leggera ma pensosa, con la chitarra ad assumere il centro della scena senza mai sbordare.

Made in China è colorata da un ritmo insistente su un background minimalista. Si procede con la ritmata Macchie, con qualche indizio di funk e anche qualche divagazione elettronica, tra le più stimolanti del disco. Anche Trash Song si riscopre movimentata e piuttosto acida, sorretta in modo semplice da tastiera e voce. Chiusura molto morbida, affidata a Foglie folli.

Quarti di originalità e idee curiose nel disco di fABIO bLIQUO, che tiene fede al proprio nom de plume con canzoni a volte stravaganti. Canzoni quasi sempre ricche di gusto e sensibilità, né particolarmente contemporanee né vintage, ma con scelte interessanti alla base.

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