Vivere felici non ci riesce è il titolo del nuovo ep, tra urban e pop, che segna l’esordio di Floral Grin: gli abbiamo rivolto qualche domanda.
Ciao, ci racconti chi sei?
Ehi! Sono Floral Grin e scrivo testi da quando ho 11 anni, dai 14 invece ho iniziato a suonare punk. Ho iniziato a pubblicare canzoni da solista solo a 23 anni, per parlare dei luoghi in cui vivo (l’hinterland veneziano), delle persone con cui condivido la vita e di situazioni che mi emozionano.
Nel tuo ep confluiscono svariate influenze e diversi generi. Che musica ascolti abitualmente e quale ti influenza maggiormente?
Ascolto abitualmente hardcore punk. Le mie band preferite sono i Gorilla Biscuits e i Dag Nasty. Sono cresciuto a pane, blink-182 e NoFX. Ho però iniziato nel 2015 ad ascoltare trap e a provare interesse per le sonorità urban e da qualche anno ho iniziato ad approfondire i miei ascolti di cantautorato italiano sentendo la musica di De Gregori, Dalla, Paoli, Rino Gaetano, tra i miei preferiti.
Come hai lavorato all’ep?
A novembre 2020 ho telefonato su zoom a JMilli, durante il secondo lockdown, deciso a scrivere un disco insieme a lui. Ho comprato un microfono e ho scritto e cantato chiuso in casa centinaia di frasi che poi, in seguito all’allentamento delle misure di sicurezza e a qualche sgattaiolamento siamo riusciti a concretizzare anche in studio. La maggior parte delle strumentali sono state scritte da me, JMilli e alcuni dei miei migliori amici che suonano punk.
Ci racconti qualcosa delle collaborazioni che si ascoltano nel disco?
L’idea era quella di collaborare con una persona per ogni brano perché avevo bene in mente come volevo suonassero. Cosi è stato, nei pezzi in cui non ci sono feat ho infatti comunque collaborato con dei miei amici nell’arrangiamento dei brani, mi riferisco a Casta in
Serramanico Farfalla e a Bubu in Cemento Blu.
Che progetti hai per quest’ultima parte di 2022?
L’idea è quella di spingere il più possibile il disco tramite i concerti perche sono la cosa che più ci piace fare ma anche la forma di “promozione” a cui siamo più abituati avendo suonato per anni in centri sociali e situazioni diy. Penso che questa cosa dei live sia un punto di forza del progetto e che comunque mi possa differenziare da tanti altri artisti, avendo una band che mi supporta.