L’immaginario acquatico attorno al secondo album da solista di Francesco Lurgo, The Gentle Whale, il primo per la storica etichetta indipendente 13 / Silentes, in uscita in cd e digitale, è la metafora di un suono liquido, come il mare costantemente cangiante, dalla tenuità dei momenti ambient alla minacciosità restituita dalla pressione sonora. Basta dare uno sguardo all’artwork di copertina o leggere i titoli di molti brani in scaletta per lanciarsi in balia delle onde.
Rispetto all’esordio in proprio del 2022, Sleep Together Folded Like Origami, che recava un carattere introspettivo figlio dei tempi di lockdown in cui era nato, Lurgo presenta un disco in generale più saturo e scuro, spesso più propriamente electro, tra saliscendi e densi muri di suono, malinconiche chitarre post-rock e indomiti synth che decostruiscono l’IDM, specchio di un lavoro sviluppato in un contesto urbano e frenetico, con la fruizione live in mente.
Il musicista e produttore torinese di base a Milano, ex FLeUR, non dimentica comunque sia l’ammirazione verso il mondo delle colonne sonore contemporanee e l’amore per la melodia, che resta l’elemento fondante dei pezzi.
Francesco Lurgo traccia per traccia
The Room As An Exoskeleton è il titolo del brano di apertura, che apre gradualmente alle atmosfere del disco, scivolando con una certa grazia ma senza rinunciare a una tensione crescente che si manifesta man mano che il lungo brano prende forma. Un certo senso drammatico si sviluppa verso il finale.
Con un titolo che fa pensare agli Smiths, Sing me to sleep si muove con cautela lungo un piano che sembra inclinato. Ma all’improvviso si concretizzano istinti diversi, più aggressivi, sottoforma di stilettate di suono che cambiano l’orizzonte del brano.
Movimenti ascensionali anche quelli che si registrano all’interno di Blind Cinema, uno schermo cieco ma ricco di suoni frazionati che compongono un quadro complessivo affascinante. La breve title track, The Gentle Whale, inserisce diversi livelli di archi per costruire una piccola sensazione passeggera.
A metà disco si collocano gli oltre otto minuti di Calypso Deep, una fossa in cui si entra con un certo timore: le immagini trasmesse dalle sonorità inquietano e scavano in profondità, alla ricerca di sensazioni sepolte, forse da tempo. Calypso, la nascosta, attende sul fondo per offrire rifugio e riparo, forse conforto.
PLxPBxSR fa emergere da lontano canti che potrebbero essere di balene o di altri cetacei, con un’ascensione piuttosto rapida e una luminosità crescente. Si torna a modi piuttosto oscuri con Laminaria Pallida, che percorre i fondali incontrando sensazioni quasi tattili.
Con Different Kinds of Nights si recupera una sensazione di calma, declinata attraverso giri di note insistiti, a volte declinanti. Ma il senso del brano si muove verso un’apertura sempre più allargata. Le schermaglie sintetiche finali fanno da preludio a Horizontina, che chiude l’album su note basse.
La balena gentile di Francesco Lurgo nuota con sinuosità armoniche, percorrendo brani a volte molto estesi e altre volte invece brevi e fugaci. L’impressione complessiva è quella di una colonna sonora acquatica che vive di travasi di suono senza mostrare particolari cesure, ma mostrando anzi un dialogo continuo che accarezza l’ascoltatore, sorprendendolo di tanto in tanto.
Genere musicale: ambient
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