Franco126, “Multisala”: recensione e streaming

Siamo un po’ tutti orfani del periodo Sempre in due in compagnia di Carl Brave, eppure Franco126 è arrivato alla pubblicazione del secondo album solista, intitolato Multisala e fresco di pubblicazione per Bomba Dischi. Ritroviamo la sua nostalgica romanità, le sue parole fortemente evocative e la sua voce graffiata, piccole certezze del panorama indie consolidate anche dalla partecipazione di Calcutta nella seconda traccia del disco.

Cambiano invece le sonorità, che discostano più del previsto le intenzioni rispetto a Stanza singola arricchendosi di sfumature che spaziano dalla bossanova al funk, mentre si continua a parlare d’amore, di amicizia e di tutte le domande che si portano appresso.

Franco126 traccia per traccia

Che senso ha continuare a difendere le cause perse? Far finta che le cose siano come sempre / quando è cambiato tutto?
Il mood di Che senso ha, la prima traccia di Multisala, è quello che ben conosciamo: me ne vado con la giacca sulla spalla cercando di dimenticare un amore irrisolto, con domande aperte e braccia chiuse per difendere il cuore. Scelta come singolo per promuovere l’uscita dell’album, è destinata a far accendere i flash dei cellulari ai primi concerti che saranno possibili.

Ma il futuro che io avevo in mente / sembra già far parte del passato
Arriva Calcutta, arriva Blue Jeans. Anche questo già presentato come singolo, anche questo rischia di far scaricare la batteria dello smartphone: la storia di tanti cocci che non si riesce più a far stare insieme, la storia di una solitudine senza meta e di un addio non pronunciato ma che brucia forte. La presenza del caro Edro emoziona come sempre, arriva rassicurante anche quando sta facendoti piangere come un deficiente.

E ti perdo nel via vai / che poi di uno come me che te ne fai / e non credermi o poi ti ricrederai
Miopia è un gioco di parole che frulla i problemi alla vista e li trasforma nella difficoltà di mettere a fuoco sentimenti e intenzioni in una relazione che nasce. Miopia è il pezzo più allegro dell’album. Miopia, insomma, ti fa capire che, nella migliore delle ipotesi, non ci capirai niente. E ha ragione, sia il pezzo sia Franco126: mentre si ondeggia sulla scia del ritornello, un raggae vintage e rilassato, è bene tenerlo a mente.

Lui che ce n’ha una per tutti / sono sicuro che ce n’ha una anche per sé
Si prosegue con Simone e le sue contraddizioni, un amico che ha mille difetti e che mille volte ci fa arrabbiare, ma che puntualmente perdoniamo e forse gli vogliamo pure più bene di prima. Non ci si può rilassare neanche in amicizia, ci sono sempre grattacapi che agitano i pensieri. L’atmosfera continua a essere morbida, accarezza i difetti e addolcisce gli animi.

E rischi di cadere / se resti a metà strada / tra le stelle e il marciapiede
Arriva anche il ritmo della bossa nova in Vestito a fiori, che un po’ stupisce e un po’ spiazza se si pensa alle origini di Franchino, ma che poi si lascia accarezzare. Sfuma in punta di piano, se fosse un colore sarebbe quello di una vecchia fotografia sbiadita, guardata con occhi lucidi e riposta con la speranza che ombre con cui si convive possano lasciarci finalmente soli.

Si è fatto tardi troppo presto / e ho un po’ paura se ci penso
Maledetto tempo si racconta della paura di diventare grandi: per quanta strada possiamo aver percorso fino a oggi, sarà sempre difficile prendere coscienza che ormai si è fatto tardi. Anche se a volte bisogna cambiare direzione e dire basta nonostante essere pronti a farlo sia impossibile. L’ispirazione arriva dalla storia di Francesco Totti e del sofferto addio al calcio giocato nel 2017.

Non la bevo più, però un po’ ancora ti credo / e giuro che non me lo spiego
L’amore non è bello se non è litigarello, si diceva una volta. E Franco126 ce lo ripete spesso, forse viene da pensare che ne sappia qualcosa. Gossip a parte, in Accidenti a te riporta l’orecchio e il cuore alle vecchie produzioni, come a proseguire i battibecchi di iniziati ai tempi di Noccioline.

L’infinito è soltanto una strada a doppio senso / e sono perso se tu vai nel lato inverso
L’intento di stupire prosegue nella funk, anzi funkissima Nessun perché, dove si parla di un amore confuso, che ha paura di rimanere solo e nel mentre ti viene voglia di ballare. Forse il segreto sarà ballare sulle macerie di una storia andata male, e non è la prima volta che la musica lo suggerisce: dovremmo solo imparare a farlo.

E c’è una calma strana che mi sa di libertà / sembra quasi che Dio stia trattenendo il respiro / ci incroceremo sulla linea del mattino
Un tuffo nel noir anni ’80: ecco che arriva Ladri di sogni. Si susseguono immagini di una notte qualsiasi in una città qualsiasi, mentre si cammina a piedi e si incrociano le personalità più disparate mentre il tempo sembra essere sospeso. Sembra quasi di essere in una colonna sonora di un film in cui a breve cominciano a sparare.

E certe parole conviene tenerle al coperto / e rispondere a questo silenzio con altro silenzio
No, non lasciamoci ingannare dal titolo. Non si tratta affatto di un Lieto fine, o forse me ne è finito uno in un occhio. Strappacuore come temevo, l’ultima traccia di Multisala racconta un addio e tutto il male che può fare. Mentre prosegui per forza d’inerzia, aspettando un momento che forse non arriverà mai. Mannaggia a te.

Franco126 ha fatto quello che doveva: ha costruito altezze sulle basi gettate in precedenza.  La sua sfacciata romanità e la sua attitudine malinconica sono i marchi di fabbrica che continuano a essere protagonisti anche nei pezzi all’apparenza più spensierati. Ma nel frattempo è cresciuto, ha sperimentato, ha aggiunto elementi, ha esplorato nuovi generi e ha anche cantato parecchio. Ora speriamo di poter cantare parecchio anche noi, stavolta con lui sul palco.

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