Franco126, “Stanza singola”: la recensione
Quella oggettiva miniera d’oro che si chiama Bomba Dischi ha pubblicato da pochi giorni Stanza singola, esordio solista di Franco126.
Repubblica lo chiama ancora “il rapper romano” (giuro, controlla qui), ma l’appartenente al collettivo 126 nonché ex partner in crime di Carl Brave ha fatto il salto verso l’itpop ormai da qualche mese.
Riuscendo, peraltro, a tracciarsi una strada propria e significativa, con argomenti che riescono a toccare la vita quotidiana senza per forza incorrere nei cliché ormai classici del genere.
Franco126 traccia per traccia
Si parte da San Siro, brano d’apertura del disco basata sulla scarsa comunicazione. Non ci sono luci qui, anzi il disco incomincia su toni moderati e piuttosto intimi. Anche i suoni sono quelli ormai classici dell’indie pop all’italiana, lato depresso (“Voglio solo respirare un altro po’ del tuo fumo passivo/e non tornare a casa, sbagliare apposta al bivio”).
Non che l’umore si sollevi tantissimo con Stanza singola (quella della “moka per due”), già popolare title track e singolo, che prevede la presenza dell’ineffabile Tommaso Paradiso, che regala un inciso “dei suoi” alla classica scena postapocalittica di una relazione finita da poco (“soltanto ci ha detto sfortuna”), nonché accenni di bel lavoro in controcanto. Le chitarre qui sono di Giorgio Poi, con il quale ci sono più di alcune cose in comune.
Poi finisce il Brioschi e sono problemi per lo stomaco (personalmente consiglio acqua calda liscia, è un toccasana). Franco stende le lacrime ad asciugare al ritmo di un pezzo che regala qualche lampo, un po’ di divertimento e che ha interessanti riccioli di chitarra acustica.
Fa lo stesso ha buone cadenze e qualche coretto oh-oh, tra litigi con i lavavetri e problemi con il fumo. Si torna ad abbassare i toni con Parole Crociate, che vede di nuovo la partecipazione di Giorgio Poi.
“E ti direi che resti mia/pure se sei di un altro” è la frase chiave di Nuvole di Drago, ricca di bassi, di contraddizioni e delle autoillusioni che le storie d’amore andate malissimo si portano dietro.
Altro singolo, ecco Frigobar, storia languida di pioggia, di discussioni, vetri appannati e foglie morte. Anche su Oi Oi arpeggia Giorgio Poi (la rima è involontaria), storia quasi dolce e un po’ reggae che, in questo caso, fa pensare molto all’ex compagno di strada Carl.
Vabbè mantiene un po’ di buon umore, parla di drink rovesciati e tristi frammezzo a ritmiche un po’ dance e notti urbane.
Ultimo brano, anch’esso presentato come singolo, è la molto malinconica Ieri l’altro, con molte memorie di tempi e persone che se ne sono andate.
Partito un po’ in sordina, Franco126 sta emergendo come una voce originale nel panorama indie. Stanza singola è un’ottima rampa di lancio e si distingue per sensibilità e anche per qualche pizzico di poesia.