Musicista a 360 gradi, Franz, nome d’arte di Francesco Riva, ha pubblicato il suo primo album intolato Dietro a ogni cosa. Compositore classico, batterista, videomaker… una formazione varia e particolarmente incline alla raffinatezza. Raffinato è il termine che utilizzerei per definire l’intero album: intenso, leggero, cinematografico. Canzoni da ascoltare ma che in qualche modo si riescono anche a vedere.
Franz traccia per traccia
E immaginerò la nostra vita insieme / prima di tornare a fare il mio dovere
Si incomincia con Settembre, con i suoi archi in apertura a dare solennità a una pianura sconfinata e all’incarico di sorvegliarla. Un vento da Sud-Est risveglia il ricordo romantico a un soldato che tarda a tornare a casa. Musica e parole rendono consistente il pensiero e il dolore del protagonista, presente davanti agli occhi con la sua angosciante espressione.
A furia di pensare che quella del buonsenso sia l’unica via giusta / raccontiamo i nostri sogni soltanto all’analista
L’America lascia riprendere fiato nell’intro, tornando a farsi intensa nel ritornello. Quello che sembra uno stornello prende potenza, respira con la pancia ed estende l’immaginario verso tramonti africani e teatri newyorkesi, dove aleggiano fantasmi dell’opera e l’anima dei locali jazz.
Non ci crederai ma qui siamo felici sempre / non siamo felici mai
Il lungo addio e le meraviglie dell’aldilà dissacrano il momento della morte con un dialogo / canzone. Intenso e crescente sul finale, l’orchestra diventa ancora più forte del dolore per il caro estinto, in un susseguirsi di stati d’animo.
Arriva poi un Interludio strumentale introdotto da un pianoforte che, nella giornata di oggi, ha un suono un po’ più amaro (15.5.2020: ciao Ezio).
Il contrappunto puoi anche lasciarlo a casa / Alla gente basta poco, vuole solo la canzone popolare
La canzone popolare è un altro brillante esempio di musica visiva, sembra di accompagnare l’artista lungo il suo percorso, nella sua fuga dalla fine. Quasi un racconto in musica, con incontri importanti lungo il percorso.
Mi basta solamente credere di essere importante
E’ poi la volta di Ricordi, traccia in cui Franz cerca negli occhi di quella che dovrebbe essere la persona amata la forza per andare avanti. Un pezzo che potrebbe essere il più pop dell’intero album se non stupisse con momenti da musical american style.
Cambian col tempo anche le utopie / perché a sedici anni c’è un unico Dio / mandar tutti a cagare per non sentir la paura / e scriver canzoni per fare bella figura
Arriva la title track, Dietro ogni cosa: religiose riflessioni di organi e pianoforti, in un crescendo che, ancora una volta, fa estraniare da quanto materialmente intorno a chi ascolta.
Voglio fare la rockstar / non pretendo poi tanto
Fred Astaire arriva e rapisce con la sua voglia di fare baldoria. Ci sono anche Ringo Starr e i suoi, Mozart e sogni di musicista. Sa di notti di festa popolari e del desiderio di fare della musica la protagonista della propria vita. Lassame cantà.
Hai mai desiderato tanto da farti male?
Ultima traccia è Gli specchi, la storia di Carla, di Marco e di tutti quelli che si rigirano nel letto, che non vogliono morire e che la felicità è solo utopia. Siamo tutti specchi, ci riflettiamo nelle parole degli altri, ci rivediamo nei loro gesti. Chissà se quello che ho mi basterà mai? si chiede Franz. Il brano sa di possibilità.
Franz ha creato un disco bellissimo. Sa essere potente e rilassante, riporta l’attenzione e fa sussultare con i protagonisti delle varie tracce. Gli strumenti “suonati” fanno vibrare in modo diverso, c’è poco da fare.