Esce per l’etichetta berlinese Aut Records Inner Core, il nuovo album della cantante Gaia Mattiuzzi. Anticipato dal singolo The Way of Memories, Inner Core è un album dal respiro europeo, che trascende i generi tradizionali e a cui hanno partecipato importanti musicisti e producer della scena musicale italiana e tedesca.

Inner Core, lo strato più interno del pianeta, il cuore, il nucleo solido, composto principalmente da ferro, un luogo dell’anima che riporta all’essenza, al centro da cui ripartire. È in questa prospettiva intima che Gaia Mattiuzzi trova l’ispirazione per questo nuovo album (il secondo a suo nome), rappresentando appieno il suo personale mondo musicale, attraverso la forma canzone, il jazz, i linguaggi contemporanei, fino alle commistioni elettroniche

In questo processo creativo è in alcune liriche di James Joyce, tutte di ispirazione amorosa e contenute nella raccolta Chamber Music, che Gaia trova le parole per dare forma alla musica dell’album; una sorta di metalinguaggio per una voce che, in questo caso, non è soltanto al servizio della melodia e dei testi, ma diventa anche strumento, pura astrazione sonora, che scava nello spettro timbrico, alla ricerca di nuovi colori, dimensioni e possibilità espressive.

L’album si articola in sei brani originali, mentre la prima traccia riprende una composizione di Phil Miller e Robert Wyatt, e ha attraversato due fasi distinte di lavorazione. La parte acustica, in quartetto, è stata registrata in Italia con Alessandro Lanzoni al pianoforte, Gabriele Evangelista al contrabbasso ed Enrico Morello alla batteria, e con l’apporto creativo del pianista Alfonso Santimone che in tre brani (Calyx, the Way of Memories e Riding Photon) ha elaborato la parte elettronica in post-produzione.

La seconda fase, invece, si è svolta a Berlino, dove Gaia ha vissuto per diversi anni e dove ha avuto la fortuna di incontrare alcuni musicisti con cui è nato un sodalizio artistico che l’ha spinta ad ampliare la fase di post-produzione del disco. La musica ha preso, così, una direzione del tutto inaspettata: nasce The Last Flower in My Hair, prodotta dal batterista e producer Ludwig Wandinger, con la partecipazione del sassofonista Philipp Gropper e il contributo del pianista Elias Stemeseder; viene ideata la parte elettronica di About the End of Love, insiemealsassofonista Wanja Slavin; infine, per concludere il disco, viene prodotto il brano Winds of May, frutto dell’incontro con Grischa Lichtenberger, uno dei più interessanti producer di musica elettronica dell’attuale panorama europeo. 

Gaia Mattiuzzi traccia per traccia

Con un’allure che appartiene al jazz e alla canzone classica americana, accompagnata dal pianoforte, Gaia Mattiuzzi dà inizio al proprio album con le delicatezze vocali di Calyx. L’ambito moderato della prima parte del brano lascia spazio a qualche escursione sonora lungo il percorso.

Qualche dissonanza e molte libertà si accumulano in una molto più fantasiosa The Way of Memories. Larghi spazi strumentali in un brano che si allunga fino ai sei minuti e mezzo, optando per una composizione articolata e molto sfaccettata.

Vocalizzi moderati e malinconici quelli che presiedono ad About the End of Love, prima che piano e contrabbasso si prendano parte della scena, accompagnati dai ritmi delicati della batteria. Quando la voce torna al centro del discorso, è per operare uno slittamento verso il drammatico.

Ulteriore spiegamento di versatilità vocale nella partenza minimale di From Dewy Dreams, poi spazio alle improvvisazioni e alle esplorazioni. Che sostanzialmente proseguono senza soluzione di continuità in The Last Fower in my Hair, particolarmente immersa in un contesto sperimentale.

Più contenuta la partenza di Riding a Photon, almeno prima che la voce si diverta su una serie di saliscendi. Anche perché è lì che si apre un nuovo percorso, inquieto e cupo, che assomiglia a un sentiero notturno in una foresta incantata.

Si chiude con un aplomb più classico: Winds of May parte con molta calma, ma poi le cose si complicano, gli strati sonori si sovrappongono, i suoni si mescolano ancora una volta.

Vivo e multiforme, il lavoro di Gaia Mattiuzzi e dei suoi collaboratori colora un disco ricco di proposte e di idee, organico e molto intenso.

Genere musicale: jazz

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Pagina Instagram Gaia Mattiuzzi

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