Germanò, “Piramidi”: recensione e streaming
Anticipato dai singoli Ça va?, Matteo non c’è e Friends Forever Piramidi è il nuovo album di Germanò. Secondo lavoro che segue l’esordio solista del 2017 Per cercare il ritmo, il disco vede sia un’evoluzione musicale del cantautore romano, anche grazie alla coproduzione di Matteo Cantaluppi.
“E’ un disco che ho scritto e arrangiato completamente da solo in casa e a differenza del precedente ha più elementi di elettronica e campionamento. Per cercare il ritmo infatti è stato arrangiato in saletta con dei musicisti, cercavo l’approccio più naturale possibile perché volevo fosse replicabile dal vivo senza sequenze.
Piramidi è un disco nato al computer, sentivo la necessità di avere il controllo su tutti gli aspetti della produzione e ho assecondato il mio bisogno di creare da solo, sarà anche per questo che il tema che accomuna le sue canzoni è la solitudine.
Per realizzarlo ne ho scritti quasi due, ho esplorato strade diverse per poi in parte tornare sui miei passi rispetto a chi sono come artista e cosa voglio dire con la mia musica cercando allo stesso tempo un’evoluzione. In quel periodo ascoltavo cose diversissime ma Philippe Zdar, Enzo Carella ed Etienne Daho sono le influenze più ispiratrici per la realizzazione di Piramidi“.
Germanò traccia per traccia
Chi è Matteo? Con qualche riferimento (non esclusivo) all’attualità politica, Matteo non c’è è un ritratto non ritratto, molto più sfumato da quello che il titolo potrebbe suggerire. Si corre molto in un brano che mette a confronto pop e cantautorato.
Altri i ritmi, una linea di basso molto continua e pensieri che riguardano separazioni e cattivi pensieri, tra un videogioco e serie tv con “finali maledetti”: Gluten free è poco alimentare e molto malinconica.
Il singolo Enchanté riprende velocità e groove, in un panorama synth pop che narra di amori digitali che molto promettono e pochissimo mantengono.
Stasera esco è ricca di buoni propositi, forse un filo velleitari, con un ambito sonoro che è la quintessenza dell’itpop.
Messaggi e appuntamenti serali costellano Macao, intermezzo con qualche divagazione elettronica.
Lungo le rive della Dora si litiga e si fa la pace con Friends Forever, canzone di ambientazione torinese che risente della fascinazione electro-pop del capoluogo piemontese.
C’è un po’ di dolore e un po’ di funk all’interno di Dove mi fa male, in cui le maschere sono quelle di Carnevale, ma mentre si sta “in fila per dimenticarsi di sé” pare che non ci sia proprio niente da ridere.
Atmosfera che si fa più intima con ça va?, domanda semplice dalle risposte complicate. “Quest’estate ho studiato il francese/per cercare di essere più cortese”: ma cortesia a parte è un’ondata malinconica quella che travolge la canzone.
Si fa tardi “a bere come uno scemo” ma ci sono distacchi e freddezze da affrontare con Ti sorprenderebbe, altro testo intimo accompagnato da musica plastica. Sax un po’ alla Vasco sul finale.
E’ la title track Piramidi a chiudere il disco, arrivando da lontano e lasciando spazio a un’elettronica quasi da soundscape, su cui poggia un testo che parla di egizi e di gratta e vinci.
Perfettamente collocato nel flusso del synth-electro-itpop d’oggidì, Germanò riesce a comunicare contenuti originali, con testi di stretta attualità e senza esagerazioni, ma anche con canzoni molto fresche e vive.