Inni e canti è il nuovo album dei Giallorenzo, in uscita per La Tempesta Dischi: il disco segna un’evoluzione significativa nel percorso della band, dopo Milano posto di merda (2019), Fidaty (2020) e Super Soft Reset (2022). 

Se il loro esordio raccontava Milano dalla prospettiva degli ultimi, Inni e canti si apre a una riflessione più ampia, ma sempre radicata nel presente. Con questo nuovo lavoro, i Giallorenzo non soltanto esplorano le contraddizioni della vita nella società moderna, ma si scontrano con una serie di simboli storici e culturali, immagini interiorizzate che continuano a modellare la nostra percezione del mondo. 

Giallorenzo traccia per traccia

Dopo un’Introduzione strumentale e quasi natalizia, si procede con Non fa male, che invece picchia piuttosto forte da subito. Il brano gioca con i ritmi e fa i conti con la pioggia di zolfo in città e con le barricate all’ambasciata USA. Una serie di immagini si alternano frenetiche a dimostrare che ci sono molte cose che “non fanno male”. Anche se non si può evadere per sempre dal dolore.

Questioni di desideri per una più compassata Per un’altra, che nella propria elettricità fanno filtrare relazioni passate e nostalgie per il passato, pur negate.

In Finalmente Orso si scala una montagna, correndo piuttosto forte. Il pezzo è rumoroso e mescola sensazioni diverse, con un approccio sostanzialmente punk. Salvo poi moderarsi improvvisamente nella seconda parte.

Si apre con una commemorazione fascista Amico, che allinea altri fatti contemporanei più con sofferenza che con rabbia. La necessità di spiegare e l’impossibilità di capire fanno a pugni con suoni che echeggiano in modo abbastanza beffardo.

C’è un’aura alla Cobain in Solo, che è sostanzialmente voce e chitarra, breve ma molto cupa. Si parla di morte in Macchina, tirata e tagliente, con una carica forte di pensieri depressi.

Si prosegue con Inconsolabile, che abbassa i toni ma sembra pronta all’esplosione. In realtà poi si accelera ma senza passare i limiti, con i rimpianti che si impastano con i suoni della chitarra. E alla fine “qualcosa non torna”.

Un po’ più speranzosa e sicuramente più rumorosa Brilluccichio, che alterna momenti di calma ad altri più caotici. L’alternanza fra pieno e vuoto prosegue con Iran, che usa metafore tratte dall’attualità per scendere sul piano personale.

Sa di lutto e di rimpianti Per qualcosa o qualcuno, che chiude il disco su una nota decisamente amara.

Tra le band contemporanee i Giallorenzo non sono sicuramente la meno sorprendente: il gusto per ribaltare i tavoli e inserire quel suono che non ti aspettavi caratterizza anche questo disco nuovo, che però rappresenta anche un buon passo avanti dal punto di vista della composizione e della scrittura complessiva.

Genere musicale: alternative

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Pagina Instagram Giallorenzo

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