Si intitola Quantum il quinto album di studio di gianCarlo Onorato. Nel corso degli undici brani che lo compongono, l’artista affronta il tema centrale
dell’incontro, di svariate tipologie. Prodotto dallo stesso Onorato e da Marco Giuradei, il disco ha richiesto quasi tre anni di lavorazioni e snocciola uno strumentario vasto e articolato per portare un tassello denso di pathos e rinnovamento nella carriera dell’autore.
gianCarlo Onorato traccia per traccia
Le belle cose (apotropaico) apre il disco con sonorità scarne, che mettono in evidenza il cantato. Crescendo cupo e cantautorale quello de Il barocco del tuo ventre, che pure prevede oasi di pace e cori femminili lungo il percorso, che qui e là echeggia processioni e rituali. Molto intima e melodica Niente di te, che lascia spazio invece alla molto più movimentata La norma dell’attesa, innervata da un lavoro continuo delle chitarre, con ritmica in primo piano e solista a muoversi sott’acqua.
Scintillatori torna all’alternanza di vuoto e pieno, con un qualcosa dell’ultimo Battisti che si insinua tra pianoforte, cori femminili, andamento sinuoso del pezzo. Cristo pornografico, già presentata come singolo, procede con lentezza e fa crescere melodie di archi sul deserto delle sonorità della canzone. In grazia ha un passo più mosso, caratterizzato da una buona linea di basso.
Passo di nuovo trattenuto per Primavera di Praga, in cui è il pianoforte a prendersi le luci migliori. Dopo l’intermezzo di Amigdala, ecco Senza gravità, che offre spazi di vuoto a una struttura sostanzialmente rock. Altra interruzione cupa quella di Invocazione alla notte (citazione da Pessoa), prima che Il passaggio chiuda il disco su sfumature scure.
Onorato dimostra, con questo album, di saper variare registro senza fatica, mettendo insieme canzoni dalle caratteristiche differenti e anche dagli umori opposti. Il risultato è un disco pregno di contenuti ma anche molto godibile all’ascolto.