Gianluca De Rubertis pubblica un nuovo album. S’intitola La Violenza della Luce ed esce per Sony Music (RCA Numero Uno / Sony Music). Il nuovo lavoro è disponibile negli store digitali e sulle piattaforme di streaming, oltre che in formato fisico nei negozi di dischi. Dopo Autoritratti con oggetti (2012) e L’universo elegante (2015), La violenza della luce costituisce il terzo album solista di Gianluca De Rubertis, dopo l’avventura de Il Genio.

Gianluca De Rubertis traccia per traccia

Voi mica io è il primo brano del disco: una serie di distinguo nei confronti di “7 miliardi di bella gente”, celebrati con un ritmo molto appuntito. La canzone è descrittiva ma anche sarcastica, che finisce inevitabilmente anche con un po’ di autocritica.

Dopo tutto il distacco espresso nel brano precedente, c’è bisogno di un riavvicinamento: la voce calda di De Rubertis cerca il contatto sulle sonorità ovattate e ricche di desiderio di Solo una bocca.

Si viaggia in termini di synth pop e di new wave con Versateci del vino: Piero Ciampi meets discoteca in una sorta di orgia triste, ma con molto groove. Cinquecentomila stelle, neanche un cielo da guardare: la “santa voglia di ballare” prende piede ma non consola.

Che ci facciamo noi parte con evidenti parole di stima nei confronti di partner veri o presunti, mentre il drumming avvia il discorso verso un synth rock fitto di immagini e di parole.

Tra cuori di fredda lamiera e citazioni di Calvino, ecco Pantelleria, che apre agli archi e a una dolcezza malinconica. C’è anche un pochino del Battiato di Fisiognomica, in una canzone soffice, che descrive e racconta per immagini.

Si rimane sul tranquillo con La violenza della luce, title track che parla di amore tra gli spazi siderali, ma anche di follia. La canzone si spiega piano piano, facendo della propria gradualità una virtù.

Ci si è ammorbiditi definitivamente con Nel cuore del cuore, particolarmente romantica, tanto da sembrare quasi un po’ parodistica, tutta un parlare di luna che si fa i selfie e di stelle. Il disco chiude con un altro brano piuttosto malinconico e molto cantautorale, Dimmi se lo sai.

Parte molto forte, il nuovo disco di Gianluca De Rubertis, con brani “forti” sia per mood sia per sonorità. Poi si rallenta un po’, come se mostrasse bisogno di ripensare, di accumulare tristezze e smaltirle un po’ alla volta. Ne risulta un disco che sta a metà tra pop e canzone d’autore, come da brillante tradizione della casa, in cui i pregi superano largamente i pochi difetti.

Genere: cantautore

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