E’ in uscita su tutte le piattaforme digitali l’album di debutto di Giorgio Adamo, dal titolo Più dei Giganti (fuori per Disordine Dischi, e in distribuzione Believe). Un nuovo e importante capitolo per il cantante e attore (che abbiamo visto sul palco al fianco di nomi del calibro di Anastacia, Malika Ayane, Anggun…), che si espone oggi con un disco personale e intenso, un viaggio sonoro di puro cantautorato con incursioni elettroniche. 

Otto tracce in mezz’ora che ritraggono le varie sfaccettature dell’autore. Al centro c’è l’uomo che naviga tra brutture e splendore, nella contraddizione dei sentimenti che fluiscono nella sua esistenza. Si declamano fiducia e smarrimento, colpevolezza e perdono, amore e odio. Vi è contenuta tutta la gratitudine per ciò che si ha, partendo dalla consapevolezza, attraversando il dubbio, navigando tra gli errori e i rimedi, esplorando il mondo che ci circonda, ciò che possiamo percepire al di sopra di esso e ricondurlo al nostro universo interiore; passa poi dall’osservazione di vite altrui, in cui possiamo ritrovare noi stessi, migliorarle e migliorarci, degusta la fine e l’inizio delle cose, si conclude celebrando il sogno, senza divenirne schiavi.

Giorgio Adamo traccia per traccia

Con un sound sintetico ma minimale, Non vorrei essere Dio apre il disco con una certa moderazione meditativa. Il cantato poi si fa più impetuoso, appoggiandosi su un loop elettronico e su un pianoforte che accompagnano l’ascesa.

Un’elencazione piuttosto fitta quella che apre Ma che mondo è, sostanzialmente rappata su un tappeto sonoro appena accennato. Il dito è puntato contro una serie di mali contemporanei, indicando senza approfondire nello specifico niente.

L’accompagnamento sommesso a questo punto è una costante, se tre indizi fanno una prova: Al suono del gong ripete la struttura già ascoltata in precedenza, accentuando la presenza del pianoforte, con qualche coro a rendere più fluida la situazione, prima che l’elettronica si faccia tempestosa.

Altre storie di pugni quelle contenute nella ballad morbida Dedicato a te, che ha un andamento stavolta soffice e privo di glitch, per un pezzo che abbraccia anziché inquietare. Chitarra acustica e atmosfere western per Ancora sbagliare, che apre la seconda parte del disco con un approccio più aggressivo.

Si torna subito a più miti consigli con una narrativa e quasi favolistica Un altro giorno, ancora appoggiata sulla chitarra. Acidina, ironica e vagamente balcanica, ecco poi Cattiva, ritratto femminile un po’ in chiaroscuro, che però si stempera in una danza moderatamente selvaggia. Chiusura molto moderata e molto malinconica con I sogni.

Proposta di pop cantautorale e ben scritto quella di Giorgio Adamo: un pugno di canzoni ben realizzate, che non rischia di travolgere per originalità ma che sicuramente raggiunge i propri obiettivi e intrattiene con piacere.

Genere musicale: cantautore, pop

Se ti piace Giorgio Adamo ascolta anche: Pardo

Pagina Instagram Giorgio Adamo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi