Girless

Come fai a far partire la tua carriera da solista con un disco dedicato a otto celebri suicidi? Se sei Tommaso/Girless, ufficialmente “in pausa” dall’esperienza Girless & The Orphan, puoi farlo. Ecco come nasce I have a call, che si rapporta con l’ultimo passo di Hemingway, Primo Levi, Monicelli, Virginia Woolf, Sylvia Plath, Majakovsij, Tenco. Più uno che non si è proprio suicidato, Giuseppe Pinelli. Il tutto con l’aiuto di Urali, che canta in due brani e suona il basso in uno. Ecco la nostra intervista con Girless.

Puoi spiegare come e perché sei approdato ora al tuo primo disco da solista?

L’ultimo disco dei Girless & The Orphan uscì in ottobre 2014 e per un anno in mezzo lo abbiamo portato in giro in tutta Italia. A febbraio 2016 ci siamo parlati e abbiamo deciso di prendere una pausa per concentrarsi su altre cose, personali o musicali. Non avevo intenzione all’epoca di fare qualcosa da solo, avevo qualche pezzo incompleto a cui avevo cominciato a lavorare e con il tempo mi sono convinto che la cosa migliore fosse mantenerli totalmente acustici, solo chitarra e voce. Da qui è nata la necessità di registrare un disco da solo.

Come mai un disco tutto dedicato a personaggi morti suicidi?

Ricordo che una mattina vagavo sull’internet senza un preciso scopo. Hai presente quando apri un link e da lì poi ne apri altri venti fintanto che arrivi su un sito o una pagina lontanissimi da ciò da cui eri partito? Ecco. Finii in questa pagina che parlava di personaggi celebri che si erano suicidati. Ho cominciato a leggere le loro storie e ad approfondirle per conto mio. Da lì ho selezionato 8 personaggi e ho pensato che sarebbe stato stimolante provare a raccontare le loro storie.

Come hai scelto i personaggi e, in due parole, che cosa rappresenta ognuno di loro per te? 

Il processo di selezione è stato influenzato da vari fattori. In alcuni casi la storia personale del defunto era troppo interessante per non essere raccontata. In altri casi sono partito da un’idea per il testo e l’ho adattata sulla musica. In realtà i brani e quindi anche i personaggi erano 12, ma alcuni non erano troppo incisivi a livello di testo oppure non mi convincevano a pieno, quindi ho ridotto la selezione agli 8 secondo me migliori.

Non è stato facile perché sono tutti personaggi diversissimi l’uno con l’altro, e anche ciò che rappresentano può variare in base a quale lato di loro guardi. Sarebbe lungo spiegare tutto ciò che ho imparato da questi personaggi leggendo i loro libri, le loro poesie o ascoltando le loro canzoni. O più semplicemente cercando di comprenderne la storia, che quando è raccontata da terzi è sempre fallace.

E perché la scelta di un “non sucida” come Pinelli?

Perché se ne parla troppo poco ed è un fatto tremendamente attuale.

Girless: parlo un po’ troppo

GirlessPuoi descrivere i tuoi concerti? Quali saranno le prossime date che ti vedranno coinvolto?

Parlo un po’ troppo tra una canzone e l’altra. L’unica data finora fissata sarà il release show al Magazzino Parallelo di Cesena in occasione del DIY Fest (che è un super festival di due giorni tra Rimini e Cesena con tantissime band valide e a cui dovreste fare un pensierino). Per il resto mi affido al buon Mazza di No Reason Booking per le date, arriveranno presto.

Chi è o chi sono gli artisti indipendenti italiani che stimi di più in questo momento e perché?

Questa è una domanda infamissima perché si finisce sempre per dimenticare qualcuno. Quindi ora ti farò un elenco di band e artisti amici che apprezzo tantissimo, in ordine assolutamente casuale e spero di non tralasciare nessuno di importante (cosa che, inevitabilmente, avverrà): Urali, Lantern, Caso, Lags, Fine Before You Came, Riviera, Dags, Zachary, Die Abete, I Like Allie, Tegu, VRCVS, Montana, Bennett, Marcovaldo, New Adventures in Lo-fi, Marnero, Labradors.

Puoi indicare tre brani, italiani o stranieri, che ti hanno influenzato particolarmente?

Brani in particolare non riuscirei, ti dico gli autori: per l’estero direi Billy Bragg, Leonard Cohen e Rocky Votolato, per l’Italia molto banalmente dico Fabrizio De André, Ivan Graziani e Samuele Bersani. Avrei voluto inserire Piero Ciampi, ma non mi azzardo nemmeno data l’enormità del personaggio.

One thought on “Girless, lo stimolo di raccontare storie”

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