Giuseppe Cucè ha pubblicato il suo nuovo singolo, La mia Dea, che descrive il legame che ciascuno di noi ha con la propria madre. Lo abbiamo intervistato.

Quando hai iniziato a sentire la necessità di raccontare la tua vita in musica?

Non ricordo un preciso istante, tutto è stato abbastanza naturale, ho iniziato a scrivere i miei pensieri, a raccontarmi, ad ascoltarmi, probabilmente dopo aver interpretato tante canzoni altrui ho pensato a come i miei pensieri potessero suonare tra le note, a come potevano inserirsi e fondersi dentro un suono. Accogliersi ed accogliere le mie sensazioni, senza averne paura, senza pudore. 

Parliamo del tuo nuovo singolo La mia Dea. Quali sono i temi trattati e cosa ti ha spinto a scegliere questo titolo?

Da piccolo era così che guardavo mia madre, per me come credo per molti altri la visione era quella di una Dea. La mia come appartenenza come casa, la tua la vostra Dea, quel sentimento unico e prezioso che solo una madre riesce a esprimere e provare, un sentimento incondizionato, capace di dare la vita per te, colei che ti avvia alla vita, che ti conduce verso la strada che intraprenderai. Il proprio viaggio senza l’abbraccio di una madre sarebbe sicuramente più difficile, come un’imbarcazione in piena notte senza un faro. 

Se dovessi descrivere il brano con sole tre parole, quali sarebbero e perché?

La prima parola è “gratitudine” quello che provo profondamente per lei, che mi ha messo al mondo, che non è solo chi ti partorisce, ma anche chi si prende cura di te e ti protegge e ti fa compiere i primi passi tenendoti per mano.  La seconda è certamente “Amore” unico ed insostituibile, autentico e forte.

La terza parola è “paura” di perderla di non poterla avere sempre accanto durante il tuo percorso di vita, che naturalmente un giorno o l’altro dovrai staccartene fisicamente.  

Invece cosa puoi dirci del videoclip scritto e diretto da Nanni Musiqo.

Il video è stato girato presso l’Oasi naturale del Simeto a sud della città di Catania. Sono stati due giorni di riprese, il tempo era incerto, il cielo grigio e un vento non indifferente, ma sembrava che magicamente tutti questi elementi facevano parte di una scenografia già scritta tra le note della canzone, il regista afferra con delicatezza ed eleganza ogni parola del brano e riesce con naturalezza ad esprimere tutti i sentimenti che il concetto di madre e figlio racchiudono.  

Qualche novità che vuoi condividere, in anteprima, con i nostri lettori? 

A breve seguiranno altri due singoli per poi concludere tutto con la pubblicazione di un intero album a metà anno. E chissà magari suonarlo in giro per i club. ;) 

Pagina Instagram Giuseppe Cucè

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