Goa-Boa Festival 2017, XX edizione, prima serata. Gli ingressi sono un po’ a rilento, si vede che i ragazzi dell’organizzazione, tutti giovanissimi, stanno facendo del loro meglio. Ma, si sa, da grandi eventi derivano grandi responsabilità, e qui si parla di uno dei Festival più importanti e più longevi della Liguria. Lo spettacolo inizia un po’ in ritardo rispetto alla tabella di marcia prevista, ma durante l’attesa si può godere di un panorama che ripaga, da solo, il prezzo del biglietto. Nel frattempo il Village, la piazzetta vicino al palco, si anima con bancarelle, lo stand di illustrazione ilLustro e la musica di The Sweet Life society Soundsystem and Swing Circus che movimenta il tutto.
Salgono sul palco, finalmente, i Free Shots, colorati negli abiti, ma soprattutto nell’animo, in formazione al gran completo, con un’intro strumentale sul tema di Spiderman. Si prosegue con Notte in terza fila, con l’arrivo sul palco della cantante Giuditta Frigerio, che si unisce ai sei musicisti sul palco. Gli elementi da vera diva ci sono tutti: rossetto rosso, abito in perfetto stile anni ‘30, microfono retrò, oltre a una voce impeccabile e a una presenza scenica da artista affermata. Il pubblico inizia a scaldarsi sul serio e a ballare, chi con la consapevolezza dei passi dello swing, chi solo abbandonandosi alla melodia.
Sulle note di Bang Bang (My Baby Shot Me Down) si accende davvero la festa, i colori sul palco esplodono ed entrano in scena due trampolieri, in mezzo al pubblico, che con ombrellini neri e gialli luminosi animano la folla. Nel frattempo, i Free Shots regalano al pubblico i brani del loro primo disco, uscito lo scorso maggio, Vorrei tanto dir, come Il mio vestito azzurro, insieme a pezzi universalmente noti, per esempio Call Me Maybe di Carly Rae Jepsen e Via con me di Paolo Conte.
È poi la volta della title track, cantata a squarciagola dal pubblico più affezionato. Abbandonate le tastiere e imbracciata la fisarmonica, con un battere di mani costante, parte Siamo tutti profughi, con la delicatezza del tema trattato e l’energia del sound, che diventa quasi gitano. Poi Blurred lines riporta i toni sul gioco e la sensualità. Sul più bello arriva Bella di Notte, che con il suo ritornello “la vita è un alibi/ci stiamo comodi” fa continuare a cantare anche a concerto finito; un ritornello tormentone non può che aprire la strada al tributo del gruppo alla regina del pop internazionale Lady Gaga con Bad Romance. Si abbassano le luci, Alberto agguanta il violino e inizia Parla più piano / In cerca di te, che sul finale fa riunire tutto il pubblico in un grande cerchio, a ballare, intorno ai due trampolieri. L’ultimo pezzo proposto è Lo swing inarrestabile, e il palco si riempie di ballerini, amatoriali e non, e adesso cantano davvero tutti, grandi e piccoli. I bambini sono tanti, e si divertono come e più dei grandi.
Cambio palco abbastanza rapido, giusto il tempo di una birra gelata. Sul palco salgono poi i francesi Smokey Joe and The Kid, tra fumo e luci blu. Sono due ragazzi, due beatmakers, che hanno mescolato e riadattato sonorità tra loro apparentemente inavvicinabili, per un risultato accattivante e inaspettato. Sullo schermo alle spalle della consolle si alternano immagini di dive del cinema in bianco e nero, mentre sul palco Smokey Joe, in giacca e cravatta, e The Kid, con T-shirt e cappellino da baseball, diversissimi tra loro in apparenza, creano l’atmosfera.
Per chi pensava che fossero “solo” DJ, i due dimostrano di saper suonare con disinvoltura chitarra, basso, batteria elettronica. Il mattatore della serata è il londinese MysDiggi, voce scelta per l’ultimo ep del gruppo Take Control, uscito lo scorso marzo. Sul palco insieme a loro, due musicisti che si dedicano a tromba e trombone. I pezzi si susseguono uno dietro l’altro, i pensieri vanno via mentre tutti, ma proprio tutti, hanno iniziato a ballare. Il gruppo ha proposto alcuni dei brani che hanno ottenuto maggior consenso tra il pubblico: Smokid Inc, Mister Nice Guy, Jailhouse Blues, Running to the moon sono solo alcuni dei pezzi che hanno acceso il Porto Antico di Genova. Buona la prima.
Testo e foto di Chiara Orsetti