Quello con Godblesscomputers per noi è un appuntamento fisso: The Island, il nuovo disco, è il quarto lavoro del musicista elettronico che recensiamo su TRAKS, a partire da Veleno del 2014 (ci siamo persi Freedom is OK ma per un’ottima ragione: non esistevamo ancora).

E’ perciò con un certo piacere che ci apprestiamo a constatare l’ulteriore livello di crescita raggiunto da Lorenzo Nada, che pubblica il nuovo lavoro per La Tempesta International, distribuito worldwide da AWAL.

Lorenzo Nada aka Godblesscomputers si forma come beat maker, producer e dj, mosso da una precoce passione per i campionatori e per i vinili. Se Solchi (2017, La Tempesta) era un viaggio a ritroso alla ricerca di un fil rouge nel suo percorso passato e futuro, con The Island si lancia in un nuovo viaggio immaginario verso una terra lontana.

Le otto tracce ci conducono in un’isola misteriosa, raccontata in altrettanti capitoli che portano l’ascoltatore a seguire il corso della storia.

Il disco ha una genesi lunga e stratificata. Dopo un primo abbozzo fatto di getto in seguito all’ultimo tour, mi sono chiuso in studio senza rinunciare alle collaborazioni e ai veri e propri featuring. Grazie alla voce di Jennifer dei Technoir, Pacific Sound ci trasporta immediatamente a latitudini diverse, avvicinandosi a quell’isola dei sogni che finalmente si manifesta ai nostri occhi. Glenn Astro e Montoya contribuiscono alle produzioni di due tracce, rispettivamente Rocks e Echoes. Il vibrafono di Pasquale Mirra in Lions ci dà il benvenuto mentre attraversiamo la fitta jungla tropicale. Gli arpeggi e i bassi di Giulio Abatangelo, già membro della band in tour e musicista in Solchi, sono la bussola per le nostre esplorazioni. La copertina stessa nasconde un enigma, come fosse un miraggio o un’illusione: lo scenario cambia a seconda del punto di vista e lascia il dubbio fino alla fine su cosa sia reale.

The Island è stato scritto e prodotto da Godblesscomputers. Il mix è stato curato da Diego “Detox” Faggiani presso Menounolab Studio di Bologna e il master da Giovanni Versari. L’artwork della copertina è stato curato da Lorenzo Nada Guido Garotti.

Godblesscomputers traccia per traccia

The Island (Intro) fornisce un incipit soffuso, con addirittura un sax che si aggira per le note, all’album.

Si procede poi con Fire in the Jungle, che rimbalza con intenzione sul drumming e si aggira su scenari sostanzialmente post rock.

Un po’ più lounge e anche soul l’atmosfera che permea Pacific Sound, che si arricchisce come detto della voce di Jennifer dei Technoir, e di uno xilofono finale tremendamente vintage.

Ritorna il sax, su percussioni scure e profonde, per Lions, che si veste di tropicale senza affiorare mai troppo sulla superficie.

Si fluttua con Float, che ha un’anima blues e un basso che si comporta di conseguenza, benché movenze lontane e suggestive si affollino nel finale.

Dopo una primissima parte piuttosto gutturale, Rocks, con Glenn Astro, evolve verso esplorazioni che stanno tra il cosmico e l’equatoriale, con indizi di tribalità elettronica.

Più omogenea Echoes, con Montoya, tra sospiri elettronici e movenze quasi dance. Si chiude con Pillow, un cuscino sul quale ci si rilassa con tranquillità e con atmosfere colorate e sfumate.

E’ impossibile non intuire la crescita continua di Godblesscomputers, mai fermo sulle posizioni conquistate e invece sempre intento a esplorare terreni nuovi. Anche questo disco vive su una spinta verso avventure nuove, stavolta aggacciandosi a istinti che vanno dal soul al blues e che offrono ulteriori dimensioni al sound di Lorenzo Nada.

Genere: elettronica

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