Goød Falafel, “You On The Other Hand”: recensione e streaming

You On The Other Hand (YOTOH) (etichetta Pistacho Records e Qanat Records distribuzione Good Fellas) è il primo lp dei Goød Falafel, dopo l’omonimo ep uscito nel 2014.

Il disco è stato anticipato dal video di Hide, diretto da Antonio Cusimano (3112HTM) con le animazioni di Caterina Sciortino (Sciortino’s Art). “L’amore disperato, l’amore immaginato, l’amore ricambiato”: questi sono alcuni dei temi da cui trae forza You On The Other Hand (YOTOH), album dalla natura romantica che a tratti assume tinte più oscure, immerso in atmosfere sognanti e materiche a un tempo, otto tracce che restano in equilibrio tra astrazione elettronica e tangibilità pop.

Goød Falafel traccia per traccia

Si parte proprio da Hide, presentata come singolo, sicuramente per alcune qualità pop e d’impatto, per una ritmica serrata cui fa da contrasto la voce articolata in modo dolce.

Molto più oscura City Lights, che può ricordare alcune sensazioni della new wave, lasciando spazio a una chitarra piuttosto sofferente. La coda finale del brano è più elettronica ma approfondisce le negatività.

Wrong on you parte in maniera molto graduale, affrontando un crescendo progressivo di una certa intensità, guidato da movimenti interni che piano piano raggiungono l’esterno.

Più placidi i movimenti di Let’s Isolate, che comunque come altre canzoni del disco prevede cambi di ritmo e diverse letture sonore.

C’è una chitarra acida che cambia volto a Moonlight, partita in modo controllato e poi capace di sfociare in una battaglia elettronica di tutt’altro tono.

Song of two dead lovers ha ritmi non troppo alti, con il basso a rotolare sullo sfondo. Ecco poi Sunrise, alle prese con sensazioni poco più che accennate.

Si chiude con Salted Lake, che ha ritmi più determinati fin dall’inizio, mescola le percussioni, mostra nel complesso un atteggiamento più aggressivo.

I Goød Falafel fanno pop ma senza accontentarsi: ogni brano fornisce diverse chiavi di lettura e percorsi variati e non prevedibili. Ne risulta un disco piuttosto ricco e generoso con le sensazioni.

Genere: synth pop

Se ti piacciono i Goød Falafel assaggia anche: Pentothal

Pagina Facebook