Nati a Rovigo nel 2008, i Grace N Kaos hanno pubblicato l’ultimo lp Bambino, concentrato di rock alternative dislocato su dieci tracce. Già vincitori, nel 2014, di Rock Targato Italia – Premio Speciale della Giuria, hanno alle spalle un paio di ep, qualche colonna sonora e circa 300 concerti.
Il disco nuovo è presentato come una svolta sonora per la band, a causa di arrangiamenti diventano estremamente articolati. Abbiamo rivolto qualche domanda alla band.
Grace N Kaos (il nome) è dovuto all’unione di “Grace”, omaggio all’immenso Buckley, e al caos che avete dovuto affrontare nelle prime fasi della vostra storia. Ce ne raccontate un po’, di quel caos?
Il Caos che ci ha accompagnato in 8 anni si riassume nei continui cambi di line-up. Ogni volta che arrivavamo vicini a qualcosa di significativo succedeva qualcosa che ci abbatteva, nel momento in cui dovevamo essere ancora più compatti ci siamo ritrovati smembrati.
Oltre ad alcuni strumentisti abbiamo cambiato due cantanti nella nostra carriera, nel 2011 e nel 2015, e sai quanto importante è la voce in un gruppo. Un cambio di frontman corrisponde a ripartire da zero e la seconda volta è stata davvero dura.
Se siamo ancora qui è per la passione e il legame che si è creato che va ben oltre la musica. Bambino, album uscito a settembre 2018 è il nostro primo disco per la terza volta. :-)
Presentate “Bambino” come una svolta sonora, anche a causa di arrangiamenti articolati. Da dove nasce questa scelta?
Siamo nati come rockband con influenze sonore americane. Riff e chitarre hanno sempre fatto da padrone nelle canzoni prima di Bambino ma in questo ultimo lavoro c’era la voglia di trovare nuove sonorità, suonare strumenti diversi e creare un disco che non suonasse tutto uguale. Non è stato fatto pensando a singoli da playlist ma semplicemente sperimentando e dando sfogo a tutte le nostre idee senza darci limiti.
L’ambizione è di creare qualcosa di diverso, unico. Bambino è stato il primo passo, sappiamo però che la strada per noi è ancora lunga.
“Suoniamo e scriviamo canzoni che parlano di tematiche contemporanee perché crediamo nel valore sociale e morale della musica. Veicolo di cambiamento positivo” (cito dalla vostra pagina FB). Quindi c’è ancora qualcuno che crede di poter cambiare il mondo con la musica?
Ti ringrazio di questa domanda. Sì, lo crediamo fermamente. Crediamo che chiunque si voglia definire ‘Artista’ abbia la voglia di far conoscere la propria arte a più persone possibili.
Questo ti mette nella condizione di parlare a masse più o meno grandi ed è doveroso quindi utilizzare il tuo talento a fin di bene, facendo riflettere in un momento come questo dove il mondo è diventato fittizio e virtuale.
I temi principali affrontati nel nostro album sono bullismo, pregiudizio, divorzio, vita, abbandono e amore oltre la malattia. Noi non siamo nessuno e non abbiamo la verità in tasca ma le parole e la musica possono arrivare distanti, dare conforto, cambiare un’idea, far sorridere, ballare o piangere. Se crei un’idea positiva in una persona questa potrà trasmetterla e via via si amplificherà.
E’ indegno ascoltare oggi alcuni artisti importanti ed influenti che non si preoccupano di affrontare temi evidentemente importanti. Selfies, cash, pupe e succo rosa non lasciano nulla.
Il mondo non si cambia soltanto con la musica ma si può farlo riflettere e migliorarlo poco a poco.
Perché avete scelto di fare una cover di “Sangue impazzito”?
Sangue impazzito è un brano contenuto in Viaggio senza Vento, disco che ha influenzato la musica rock italiana e i ragazzi negli anni ’90. I Timoria sono stati tra i primi a creare un connubio favorevole tra musica rock e cantato in italiano.
Questa cover è un omaggio a un gruppo che abbiamo amato, è il brano più conosciuto e rappresentativo del disco e l’abbiamo riarrangiata pensando a come avrebbe potuto suonare ai giorni nostri.
Una soddisfazione ci è giunta dall’autore del brano (Omar Pedrini) che ci ha fatto sapere di averla apprezzata. Questo ci ha reso felici e il messaggio è arrivato.
Avete superato quota 300, quanto a concerti: che cosa ci si può aspettare venendo a vedere i Grace N Kaos dal vivo?
Una parola #HUMANCIRCUS
Questo è lo spettacolo che stiamo portando nei teatri. E’ un connubio di varie arti e porta come messaggio il riflettere e restare ‘Umani’ in un mondo sintetico fatto di social.
E’ un viaggio in cui lo spettatore viene catapultato dentro il senso delle nostre canzoni attraverso musica, teatro, danza e video.
Un evento piuttosto impegnativo (siamo in undici sul palco più tre dietro le quinte) che ha l’obiettivo di lasciare qualcosa dentro allo spettatore, intimo e personale.
Non abbiamo voluto pubblicare nulla dello show per non rovinare la sorpresa e sminuire il lavoro di un anno per la realizzazione dello stesso.
Sul nostro sito graceofficial.it troverai giusto qualche foto per incuriosire ma lo si può capire e apprezzare solo partecipando e seguendo il percorso assieme a noi.
Per i curiosi prossima data il 24 aprile in Sala Estense di Ferrara.
Grace N Kaos traccia per traccia
Bambino apre il disco: note di pianoforte e una certa aura di rock alternative influenzato dagli anni Novanta si legge nella canzone.
Agile ed elettrica, ma con un basso piuttosto muscolare, ecco poi Diario di una poetessa minorenne. A questo stadio si capisce che le note di pianoforte saranno probabilmente una costante del disco.
Si passa all’inglese con Paradise Flower, con qualche tocco di grunge che emerge dalle viscere della band, ma senza oscurità eccessive.
Nuvola è una ballad intima, costruita sulla chitarra acustica ma ravvivata dall’elettrica che dardeggia sullo sfondo.
Si torna a correre con Sarà il sole, con una sezione ritmica particolarmente viva e con una certa freschezza e quasi ingenuità.
Sogno d’aprile mescola sole e pioggia, con un po’ di rabbia scaricata dalla voce e dal drumming. Torna il pianoforte a contrassegnare i sentimenti malinconici di Sangue impazzito, esimio pezzo dei Timoria. La sfida qui è soprattutto vocale, e si chiude in modo piuttosto onesto.
Si recupera altro sangue, molto più fluido, con Organico, elettrica, vibrante e anche piuttosto internazionale quanto a suoni. Ne esce il pezzo più rumoroso e voluminoso del disco.
Molto melodica X E, che scivola su toni da ballata romantica, seppure senza abbandonare il campo del rock. Si chiude con la piano version di Eterno, ultimo esempio della parte dolce della band.
Non tutto è imprevedibile all’interno del disco dei Grace N Kaos. Ma i pezzi vanno al posto giusto da soli, si incastrano bene e la band riesce a riversare nel disco l’esperienza maturata dal vivo.