heidi for president

Uscirà il 21 aprile Nostrils, il disco d’esordio degli Heidi For President, band tarantina composta da Sergio Leo, Annarita Flemma e Danilo Vona. Canzoni che partono dal folk per approdare a risultati piuttosto originali e differenziati. Abbiamo rivolto qualche domanda alla band.

Potete riassumere la vostra storia fin qui?

Gli Heidi for president nascono in una cantina, come ritrovo serale dopo le giornate di lavoro/studio. Improvvisando ci siamo indirizzati sempre più verso un sound comune che alla fine è diventato caratterizzante e sul quale poi abbiamo lavorato per definirlo meglio. E allora l’idea del prato sonoro, i testi in inglese, le prime camice di flanella e le finte corna da cervo. Man mano che il progetto prendeva forma la band si è plasmata, con componenti che hanno contribuito con le loro influenze, fino a oggi, dove all’attivo siamo rimasti in 3 elementi con idee stilistiche molto chiare.

Sembra di capire che l’amore sia il concetto centrale del disco, ma si tratta di un amore inteso in senso piuttosto largo, direi universale. Potete raccontare meglio gli spunti base del vostro album?

Siamo dei romanticoni e le nostre giornate ideali sono quelle trascorse in giro per pinete, spiagge, gravine, quindi praticamente raccontiamo quello che siamo e quello che ci circonda. Con la nostra musica speriamo di trasmettere quelli che sono i momenti di forte ispirazione che ci pervadono durante queste uscite. Spesso comunque con l’amore universale e gli scenari naturali ci piace anche raccontare delle nostre vite, mascherate in queste dimensioni.

Le canzoni sembrano avere un’ispirazione molto omogenea. Le avete composte in un lasso di tempo ridotto oppure sono il frutto di un lavoro più lungo?

Abbiamo attraversato tante fasi e ogni brano è stato il frutto di uno studio durato nel tempo. Mentre la band si consolidava i brani venivano arrangiati ogni volta in modo diverso e i testi sono spesso andati perduti o modificati molte volte. Alla base però resta la natura, che ci ha sempre accompagnato in questo percorso, permettendoci di mantenere un concept dominante.

Benché il vostro sia un esordio, avete potuto contare su collaboratori importanti all’interno della Rivolta Records. Potete raccontare come avete collaborato con i musicisti del disco, in particolare con Del Vitto che è anche il produttore?

La Rivolta Records è una grande famiglia e questo ci ha permesso di contare sulla collaborazione di grandi musicisti che hanno da subito preso a cuore il progetto. Abbiamo avuto il piacere e l’onore di registrare con Roberto Mangialardo, chitarrista de LA MUNICIPAL e SOFIA BRUNETTA, con Dario Ancona, chitarrista de I MISTERI DEL SONNO ma fondamentalmente uno dei migliori bassisti pugliesi e Paolo del Vitto, batterista dei PLAYONTAPE e produttore.
Questo è il nostro album d’esordio perciò molti dettagli artistici li abbiamo scoperti pian piano e giorno dopo giorno, soprattutto l’importanza del produttore, Paolo Del Vitto, che ha fatto un lavoro, oltre che professionale, “bellissimo” nel quale non ha mancato di sperimentazione.

Heidi for President: l’album evoca la bellezza di un’alba

Come nasce “Nostrils”?

“Nostrils” è il titolo dell’album ma soprattutto il titolo del nostro brano preferito. L’album, per metà sperimentale e per metà brit-folk, contiene sia delle ritmiche anni 70/80 che delle riflessioni orchestrali. Gli otto brani all’interno dell’album sono il frutto di una selezione avvenuta accuratamente con Paolo Del Vitto. L’album evoca la bellezza di un’alba, l’amore per la natura, narra delle leggende sulla vita, la morte e la natura stessa, degli animi erranti degli artisti che si fondono con il paesaggio.

Chi è o chi sono gli artisti indipendenti italiani che stimate di più in questo momento e perché?

Dato che questa domanda ci ha messo in crisi faremo di testa nostra, elencandovi tre artisti “maggiori” e tre artisti indipendenti vicino a noi.
Tra i maggiori citiamo:
– “Management del dolore post-operatorio” per la ricchezza dei testi e il rock non “disturbante”
– “Verdena” e “iosonouncane” per la loro sperimentazione musicale e la ricerca dei suoni
Tra gli artisti indipendenti più vicini a noi non abbiamo dubbi, SOFIA BRUNETTA per la sua capacità di innovare, con voce e suoni, generi fondamentalmente collaudati, LA MUNICIPAL per la costruzione dei testi e le ritmiche non classiche nonostante fosse un album d’esordio, e infine i TERZO PIANO, per la loro musica d’atmosfera e la loro capacità di incantare il pubblico.

Ma continuando a fare di testa nostra vorremmo citare delle band che stimiamo e amiamo. Tra queste IL GUAIO, INUDE, LELAND DID IT, MATILDE DAVOLI, WRONGONYOU, CAROLINA BUBBICO, BEATRICE ANTOLINI, SENHAL, ELECTROJESUZ, I MISTERI DEL SONNO, ANDREA NABEL, THE PIER, MELGA, PLOF, GIOVANNI TRUPPI, THE PEOPLE SPEAK, MOTTA, MOUSTACHE PRAWN, A COPY FOR COLLAPSE, GOMMA, A MORTE L’AMORE

Potete indicare tre brani, italiani o stranieri, che vi hanno influenzato particolarmente?

Saremo brevi e concisi:
– Arcade fire – Haiti
– Antony and the Johnson – Cut the world
– Moderat – Milk

A chiudere: molto divertente l’invocazione a “votare” Heidi, che definite l’ unica tedesca dal cuore d’oro… Ora io ho poche certezze nella vita, ma… Heidi non è svizzera?

Heidi potrebbe essere anche di Frosinone (un paese a caso),  per noi Lei è un concetto, un amore spassionato per la natura, l’innocenza, i piedi scalzi, le passeggiate. Germania, Napoli, Milano, la Svizzera, le Alpi, non ci importa della località esatta, siamo dei campagnoli di merda, che cosa ti aspettavi?

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