Her Skin, “every house is haunted”: recensione e streaming
every house is haunted è il nuovo ep di Her Skin, un percorso a ritroso in un periodo della vita difficile, sviscerato in testi profondi e note folk ispirate dal suono delle onde dell’oceano in California.
L’ep di Her Skin è la psicanalisi di uno dei periodi più ardui della vita: i 27 anni. Non tanto per i cliché legati a questo numero, quanto più per la confusione che deriva dall’abbandonare una vita ancora legata alla post-adolescenza e la richiesta di avere entrambi i piedi nell’età adulta. È in queste fasi che le paure si proiettano nel futuro, rendendolo un calvario indefinito prima ancora di poterlo affrontare in prima persona.
Her Skin traccia per traccia
La partenza è tenue e delicata: a part of your world è un brano per voce e piano, che si allarga un po’ ma non esce mai dai confini. La melodia è semplice ed essenziale, ideale per trasmettere molta malinconia.
Anche birthday si celebra con dolcezza e calma, ma a guidarla c’è la chitarra, sempre lungo sentieri molto tranquilli, quasi sottovoce.
Un po’ più vivaci le sensazioni trasmesse da I need to be weightless (but i never am), che affronta questioni di peso e leggerezza, distendendole su un ritmo comunque tranquillo.
Parte tranquilla anche moving out, che però acquista corpo, a livello sonoro, mentre i giri della chitarra si assommano. La voce rimane esile ma qualcosa di più consistente si muove nel background.
Quasi gioviali i movimenti della chitarra che si occupa di ghosts, ultimo brano dell’ep a caccia di fantasmi. Ma non sono spettri spaventosi quelli che chiudono il discorso, mentre l’artista ci confessa che crede nella magia.
Il peso delle influenze internazionali sul disco di Her Skin si avverte a livello di influenze, suoni, ispirazioni. La ragazza è comunque in grado di pubblicare un lavoro personale e intimo, che merita attenzione.