Perimeter è il nuovo disco degli Houstones. Gli Houstones sono un trio alternative rock composto da Saul Savarino (Italia), Joel Pfister (Svizzera) e Eveline Lucchini (Repubblica Domenicana) con base a Locarno, in Svizzera.
La band ha all’attivo cinque singoli e un disco omonimo di otto brani, pubblicato nel 2016 da Old Bicycle Records (in cassetta) e da DreaminGorilla Records (in cd), al quale è seguito un tour di concerti (tra i più importanti si ricorda il live al Foce di Lugano e lo showcase allo studio 2 di Rete Tre – Radiotelevisione Svizzera).
Questo nuovo lavoro, a differenza del precedente, è stato concepito come un’opera sinfonica e ha come colonna vertebrale la traccia omonima Perimeter” che attraversa in quattro “arie” tutto il disco.
Houstones traccia per traccia
Dopo la breve e introduttiva title track Perimeter (some rope), che inizia a fare un po’ di rumore, ci si immerge in un sound apertamente post grunge (ma neanche tanto post) con Panta Ray.
Passo pesante e cantato un po’ malinconico nella comunque rumorosa Perimeter (Walk On Your Same Land), con chitarre e drumming in evidenza. Ma il finale è surreale e al pianoforte.
Si torna a un rock più veemente e a ondate con I Can Be Sweet I Could Be Sweeter, con qualche falsetto a movimentare la scena.
Dopo l’intermezzo Perimeter (refrain My Love), ecco gli accordi di chitarra di Soft Law, che si colloca in un territorio non lontano dall’hard rock, almeno per ritmi e risonanze, ma con molto da condividere con l’alternative.
Quasi due minuti di veemenza e poi di calo fisiologico si registrano con Perimeter (hands and knees). Si chiude con i raggi di Sun, che parte piano e poi sale in fretta a un parossismo sonoro potente. Come si faceva una volta, c’è anche la ghost track.
Gli Houstones mettono insieme un disco robusto e con molte variabili, che non insegue le mode e non esagera nel pescare suoni dal passato. Ne esce un album equilibrato ma potente.