I Boschi Bruciano: musica sincera dal nulla
Sono in quattro, arrivano da Saluzzo (Cuneo) e pur senza essere troppo “passatisti” suonano un rock spontaneo ed energico: I Boschi Bruciano hanno pubblicato il nuovo disco Ci pesava (lo abbiamo recensito qui) e noi li abbiamo intervistati.
Prima Qwercia, poi I Boschi Bruciano: appassionati di botanica arboricola o c’è dietro un discorso diverso?
Sicuramente il contatto con la natura ha giocato un ruolo fondamentale nella nostra formazione. Come ragazzi di campagna siamo cresciuti arrampicandoci sugli alberi e scorrazzando con le bici su strade sterrate.
Volevamo un nome che in qualche modo rappresentasse con orgoglio le nostre origini, un nome che descrivesse l’ambizione, lo sconforto e la rabbia che ci hanno accompagnato per tanto tempo, un nome evocativo e umile allo stesso tempo.
Ognuno di noi quattro attribuisce un significato diverso a “I Boschi Bruciano”, in poche parole si potrebbe interpretare come: musica sincera dal nulla, le cose capitano e non c’è nulla che tu possa fare o un semplice “noi siamo qui!”.
I suoni di questo disco sono orgogliosamente rock: benché un po’ soffocati da tutti questi synth, pensate che ci sia ancora spazio, e voglia, per della musica di stampo “ruvido”?
Non sarà il genere più di tendenza del momento, ma c’è ancora di voglia di ascoltare e suonare rock, lo testimoniano molte altre band di colleghi in giro per l’Italia che fanno della chitarra elettrica il loro sound e la loro bandiera. Per quanto riguarda lo spazio, be’ quella è tutta un’altra storia.
Se parliamo di musica dal vivo, i locali ormai sono pochi e suonare bene non basta per trovare le date. Il mercato è diventato molto esigente e per riuscire a calcare un palco gli artisti agli inizi devono riuscire a dimostrare professionalità e credibilità ancora prima di diventare professionisti.
Bisogna fare live per farsi conoscere e bisogna essere conosciuti per fare live, insomma è un bel casino.
E’ sempre più difficile riuscire a proporsi e mantenere un certo interesse quando ci si esprime suonando brani che non sono stati studiati per piacere a tutti, subito e a tutti i costi. Detto ciò ci sentiamo di dire che il pubblico, di nicchia fondamentalmente, ha sviluppato un cameratismo e una solidarietà senza precedenti, è questo è bellissimo. Andare in giro, creare legami, contatti, amicizie, è questo il bello del Rock’n’Roll.
Presi nel dettaglio, i vostri testi sembrano nascere da una serie di sconfitte. Tutti autobiografici o tutti motivatamente rabbiosi?
Pensiamo che i nostri testi siano introspettivi, più che autobiografici. Alcuni sono semplicemente delle riflessioni sulle grandi domande della vita mentre altri, più diretti, analizzano un problema tentando di arrivare a una soluzione.
Cerchiamo sempre di concentrarci su di uno stato d’animo piuttosto che un concetto, in modo da rendere più facile per l’ascoltatore immedesimarsi.
Le cose che ci accadono sono fonte d’ispirazione, questo è inevitabile, ma preferiamo raccontare cosa hanno suscitato in noi piuttosto che il fatto in sé, agendo da filtro vero e proprio tra il mondo e il brano.
Quali le band della scena italiana che vi regalano maggiore ispirazione, almeno a livello di passi di carriera da seguire?
Siamo molto legati a Fast Animals and Slow Kids e Ministri, sono i primi gruppi rock italiani che abbiamo iniziato a seguire da ragazzini, li abbiamo visti live un’infinità di volte e sono stati probabilmente tra le nostre maggiori influenze fin dall’ inizio.
Abbiamo comunque sempre ascoltato e ricercato (al limite del nerdismo) molta musica italiana emergente, primo perché c’è molta gente in giro che spacca veramente anche se non viene considerata come merita e secondo per confrontarci con musicisti che vivono la nostra stessa voglia di fare e necessità di dimostrare il proprio valore.
Abitando anch’io nel Basso Piemonte, mi viene spontaneo chiedervi qualcosa sulla scena “non-torinese”: esiste? Avete legami con altre band della zona? Come la vedete in genere?
Una cosa possiamo dire sulla scena musicale cuneese: è dura a morire.
Negli ultimi dieci anni abbiamo visto chiudere tantissimi locali e situazioni che tentavano di alimentarla e nonostante ciò, considerata la bassa densità abitativa, ci sono ancora molte band e solisti attivi. Se dobbiamo fare un discorso stilistico ci sentiamo di dire che parlando di rock, dalle nostre parti si tende agli estremi. Metal, Stoner e Punk HC vanno per la maggiore tra i pochi adepti ai live e riuscire a far accettare la nostra vena pop è sempre stato difficile.
Ovviamente poi ci conosciamo tutti, abbiamo suonato con tutti e organizzatoci a vicenda diverse volte perché quando vivi in un posto che non valorizza la musica, figuriamoci quella suonata, l’unione fa la forza.