I Camillas, “Discoteca Rock”: la recensione
Discoteca Rock è il nuovo disco de I Camillas. Un disco molto lungo e ricco di spunti, con quattro canzoni strumentali, collaborazioni, cover e molto molto altro.
Discoteca Rock è suonato da Zagor Camillas (tastiere e voce), Ruben Camillas (chitarra e voce) e Michael Camillas (batterie e produzione). Si registrano però anche le colaborazioni con il tastierista de Le Orme, Tony Pagliuca, che suona il minimoog su Busto; la tromba di Sibode Dj (Simone Marzocchi), a Fresco, Sbranato, El Mito e Jazz a Misano; la voce di Valeria Sturba (Ooopopoiooo) su Motorock.
Sulle cover la band si esprime così: “Tra le cover si registrano Cattolica di Pop X, stravolta e quasi affogata nelle profondità degli acquari, è l’ulteriore omaggio a Il Pacchetto di Plastica, assemblaggio magico che ha attraversato l’Italia 4 anni fa, dopo Il Postino che Calcutta ci aveva regalato nell’album precedente Tennis d’amor. Attendiamo felici Gioacchino Turù e Vanessa V. E poi Enzo Carella e la sua Il mare sopra e sotto: se non ci fosse stato lui, I Camillas sarebbero stati diversi. Ci ha fatto sentire la leggerezza ed il gioco. Ed ecco Miami Mike, The Faccions e I Camillas insieme, due gruppi incastrati di amicizia, ammirazione e batteristi”.
I Camillas traccia per traccia
L’introduzione è in crescita continua: Busto parte come una melodia esile che si irrobustisce sempre di più, transita per il dancefloor, aggiunge dissonanze furiose, pesca dal punk e dai Pulp, e ascende fino a una sorta di trionfo rock.
Il cantato arriva con D’occhio gigante: ritmi alti e tastiere a dardeggiare nello spazio, su immagini potenti e un sound piuttosto massimalista.
Sfila su ritmi e suoni più pop invece Sbranato, che ha un cantato particolare e sempre qualche traccia di vintage che si insinua. Ma non c’è tempo, il disco incalza: ecco Motorock, energica e battente, con contrasti evidenti fra coretti gentili e il testo che racconta di cadaveri bruciati.
Si parte in acustico con Fresco, che poi acquista sapori latini, (“fresco di marimba e cha cha cha”). Con Errore romantico si torna ai ’60, come impatto, sonorità, giocosità.
Invece Mare sopra e sotto ha un drumming determinato e un abito tra new wave e synth pop. Con Rocky Rockstar si torna sul dancefloor, anche se con modi e movenze che hanno dell’ambiguo e del paradossale.
Ecco poi l’altro strumentale Jazz a Misano, tutto giocato sul sax e sulle sue dissonanze provocatorie. El mito ritorna in Sudamerica, e lo fa con un certo clamore, strombazzando e alzando la voce.
Rock electro e parossistico quello che mette in pista L’anca, un testo leggermente demenziale. Dracula rallenta un po’ ma soltanto per ripartire, ricca di tastiere e di fiducia nel futuro.
Suoni disco e panorami elettronici sono alla base di Miami Mike, curioso episodio con suoni tridimensionali e una certa teatralità sparsa, prima del finale con gli archi.
Discoteca Rock, la title track, insiste tantissimo sul drumming, almeno quanto Ossicine, altro strumentale che segue, insiste sulle tastiere zuccherose.
Segue poi Nananana, ove il titolo è anche il testo, con un percorso veloce e diretto fino a un deragliamento.
Cattolica dei Pop X è proposta in una versione attutita, filtrata, quasi affogata, ma con una pulsazione che cresce piano piano fino all’esplosione necessaria.
La macchina dell’amore riaccende l’elettronica superpop, doppiandola però con sensazioni elettriche che grattano il fondo.
Un disco articolato, ricco, pieno di cose, che i Camillas hanno messo sul piatto nel tentativo di mostrare tutti i lati della loro produzione multicolor. Riuscendoci: il pop predomina, ma ci sono tanti altri sapori interessanti in questo pacchetto di caramelle.