I Dolori del Giovane Walter, “I Dolori del Giovane Walter”: recensione e streaming
I Dolori del Giovane Walter è il primo omonimo album della band cilentana. Nove tracce che ripercorrono storie ed esperienze personali ma al contempo universali. Un collage fatto di storie d’amore, dove ogni brano è una piccola antologia. Il tema che fa da fil rouge all’intero lavoro è quello dell’amore: nell’insieme si ritrova infatti perfettamente espressa ogni sfumatura tipica di una relazione, dall’amore tossico a quello romantico, dall’amore ricambiato a quello non corrisposto, fino all’amore per la Natura, l’amore incondizionato che è motore del mondo.
I Dolori del Giovane Walter traccia per traccia
E’ un addio quello celebrato da Piano, ballad basata su rime baciate, melodie e, appunto, il piano. “E’ una vita di merda questa se non ci amiamo” è il succo del messaggio di un brano molto morbido.
Mancano le parole all’inizio di Truman Show, altro brano dal cuore spezzato che però cresce un po’ per volta e finisce per riempire le casse.
Arriva poi Giugno, che si configura in un’altra ballad, un po’ più energica e aggressiva stavolta, con chitarre che completano il discorso. Chitarra che, insieme alle tastiere, anima Vertigini, più giocosa e disegnata su panorami parigini.
Qualche accenno di rock’n’roll in Stanotte, che si fa un po’ più rumorosa e risonante, per parlare di notti che sono comunque piene di rimpianti (e di droghe, e di testi di Mogol).
La ricerca di un cielo blu e di una serie di altri elementi condiziona Coralli, che media tra acustico e sintetico per seguire una buona linea di basso. Sciabordio di echi nel finale.
Battiti intensi e buona linea ritmica per Odiarti, canzone che si costruisce su risonanze e rimpianti. Immagini kubrickiane, di calcio anni ’90 e altri quesiti dominano Occhi rossi, che parla di fiori appassiti sui vestiti (daje con la rima baciata).
Si conclude con Veleno e di nuovo con il pianoforte per un disco malinconico ma non senza speranza.
Per quanto ogni tanto facciano un po’ i ribelli, I Dolori del Giovane Walter sono dei bravi ragazzi che hanno confezionato un disco per lo più gentile, anche se talvolta elettrico. In linea con la generazione Z, la malinconia prevale e le storie finite male dominano. L‘unica speranza è il pop. Forse.