Esce per Soviet Dischi Studio / ed. Freecom, I Fiumi, il primo album dell’omonima band costituita da Sarah Stride (voce e testi), Xabier Iriondo (chitarra elettrica), Andrea Lombardini (basso elettrico) e Diego Galeri (batteria). Il disco, che esce esattamente un anno dopo l’offensiva militare iniziata dalla Federazione Russa sul territorio ucraino, contiene Quello che serve, un brano che racconta in prima persona l’esperienza di un conflitto e della sua controparte di resistenza a esso.

Un sound alternative pop-rock e una voce intensa costituiscono la spina dorsale di un progetto frutto dell’unione dei quattro musicisti, tutti provenienti da importanti esperienze precedenti (Timoria e Afterhours, per citarne solo due). Una collezione di dieci brani in cui la voce di Sarah Stride segue con fluidità l’insieme delle sonorità consolidate di Xabier Iriondo, Andrea Lombardini e Diego Galeri. Le produzioni dosano il pop-rock con elementi new wave e post-punk. Generi e timbri di impatto sono accompagnati da una narrazione sempre melodica e poetica.

Restare se stessi nel continuo mutamento, diventare ciò che si è, ardere d’inconsapevolezza e poi conoscersi, esplorare i continenti della vita e liberarsi nella musica e nella poesia. Rimescoliamo le acque torbide della musica italiana riconoscendoci nella forza della parola e nell’immediatezza del suono ruvido, da levigare lentamente come rocce nella corrente

I Fiumi traccia per traccia

Il dono apre il disco con un passo abbastanza arrembante. L’atmosfera è già elettrica e vibra forte, con la voce di Sarah che si dimostra versatile fin da subito.

C’è molta determinazione e un certo senso del dramma nel passo cadenzato di Questi giorni, che si cala in ambienti acidi per benedire errori, cattive abitudini e tentazioni.

C’è un po’ di Nada nel cantato di In fondo all’incendio, che ha momenti differenti, ora più calmi ora tempestosi, trasmettendo comunque emozioni profonde. Assolo di chitarra finale dagli accenti lirici e sofferti.

Molte vocali e un po’ più sintetiche le atmosfere di Caterpillar, quasi un pezzo dei Prozac+, se non fosse per chitarre molto invadenti. I Fiumi è brano omonimo del disco e della band, che fa sempre un po’ strano. Ed è un pezzo potente, che sale un po’ per volta e diventa molto forte, tra citazioni di Eraclito e la lingue delle ombre.

L’esigenza di fare la cosa giusta è tra gli impulsi che guidano Quanto più rumore, brano di forte impatto e dall’andamento quasi pop, a dispetto dei modi esplicitamente rock’n’roll.

Molto profonde le risonanze di Non dorme, che apre fasi di tempesta in mezzo al proprio percorso. Ha inizio poi La festa, che racconta a dire il vero di un party piuttosto incendiario e distruttivo (sono anche impazzite le suore).

Quello che serve è un brano che sa di classico, soprattutto se si limita il campo al rock alternativo dai ’90 in qua. Ondeggia un po’ e flirta con idee orientali la danza di Muta, che chiude il disco.

Che le idee dei musicisti in questione siano profondamente radicate (o trovino le proprie sorgenti, per rimanere in tema con il nome della band) nel rock anni ’90 non è una sorpresa. Un po’ più sorprendente e interessante è il fatto che siano riusciti a tirare fuori nuova linfa da un background antico, tanto da confezionare un disco potente, godibilissimo, significativo.

Genere musicale: rock alternativo

Se ti piacciono I Fiumi ascolta anche: Marrano

Pagina Instagram I Fiumi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi

sungaitoto toto togel deposit 5000 toto slot situs toto situs toto situs toto bo togel terpercaya