Si chiama Gibbone il nuovo lavoro degli I Hate My Village. Fondata da Adriano Viterbini (BSBE) e Fabio Rondanini (Afterhours, Calibro 35) con la stretta partecipazione di Marco Fasolo (Jennifer Gentle) e Alberto Ferrari (Verdena), la band licenzia l’omonimo album d’esordio il 18 gennaio 2019 per La Tempesta International.

Gibbone nasce da Jam registrate su una demo casalinga registrata su quattro tracce e cassetta. Sfruttando i limiti della banda magnetica di un supporto obsoleto, e per questo avveniristico, IHMV riescono a trovare in questa restrizione un grande potenziale creativo tanto che il registratore stesso diventa uno strumento. Tutta la musica di queste sessioni risente e gode allo stesso tempo di questa attitudine ‘plug & play’ che, da un lato impone una iper-compressione dei suoni e una distorsione armonica maggiore ma, soprattutto, dall’altra avendo a disposizione solamente 4 tracce, si è obbligati a fissare da subito il risultato. Impossibile rimaneggiare o modificare. Insomma, questi brani sono figli di un ‘hic e nunc’ dettato dallo strumento registratore.

Gli I Hate My Village ripartono contestualmente anche in tour, con le seguenti date confermate:

26/08/202 SAN MAURO PASCOLI (FC), ACIELOAPERTO
27/08/2021 TORINO, TODAYS FESTIVAL
28/08/2021 MILANO, CIRCOLO MAGNOLIA

29/08/2021 GALZIGNANO TERME (PD), ANFITETRO DEL VENDA

03/09/2021 ROMA, SPRING ATTITUDE
04/09/2021 MARINA DI EBOLI, (SA) BAREZZI SUMMER
05/09/2021 PUTIGNANO, (BA) FARM FESTIVAL
06/09/202 BOLOGNA, SUMMER SUPERHEROES

I Hate My Village traccia per traccia

Partenza dialettica e anche abbastanza sorprendente, quella di Yellowblack: le sensazioni trasmesse sono mescolate, un po’ sintetiche, ma anche con un sottofondo che è quasi soul, soprattutto nelle correnti ascensionali che spingono in alto le voci.

Si segue poi l’arrampicata del Gibbone, che all’inizio è narrata principalmente dalla sezione ritmica, ma poi i movimenti si ramificano e si ampliano, in un crescendo psichedelico sfaccettato e plurimo.

Più profonde ma anche gioiose le risonanze di Ami, che si sporca di suoni quasi garage ma senza perdere in allegria complessiva, con quel tratto da “festa nella giungla” che si ritrova anche in qualche composizione precedente.

Iperconnessa e tecnologica, ecco invece Hard Disk Surprize, sorretta da percussioni rotolanti, in chiusura.

Si immergono in nuove dinamiche e nuove esplorazioni, gli I Hate My Village, ampliando il campo rispetto a quello che già si conosceva di loro. Qualche pizzico di elettronica, qualche ramo saltato in più e l’occasione di suonare ancora dal vivo, dove palesemente si divertono e divertono tantissimo.

Genere musicale: rock alternativo, strumentale

Se ti piacciono gli I Hate My Village ascolta anche: Indianizer

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