I Labrador: la nostra musica deve molto al passato

I Labrador sono Luca Martini, Riccardo Lovato e Lorenzo Milan. Originari di Vicenza, nascono nel 2018 quando hanno iniziato a lavorare insieme ad alcuni brani; da lì è partita la ricerca di sonorità personali e la produzione dei primi brani. Lo scorso ottobre hanno pubblicato il loro disco d’esordio, intitolato Neoclassico: ispirato dalla musica pop italiana dei decenni passati ma declinato con nuove sonorità e testi a volte inaspettati. Li abbiamo intervistati.

È uscito da poco il vostro primo album, Neoclassico. L’ispirazione viene dalla musica pop degli scorsi decenni: ci sono artisti in particolare a cui avete fatto riferimento?
Sicuramente la nostra musica deve molto al passato. L’ispirazione musicale del synthpop degli anni ’80 si riflette di certo nei nostri pezzi più carichi di sintetizzatori, così come la vena melancolica del filone new wave, con influenze che vanno da The Cure ai New Order. Nella scrittura dei testi è dovuta una certa riconoscenza al lavoro di grandi cantautori e parolieri italiani, veri e propri mostri sacri che hanno visto forse un apice creativo tra i decenni ’70 e ‘80: Antonello Venditti, con i suoi versi al contempo intimi e sognanti; Francesco De Gregori, più criptico ed evocativo; Mogol, capace di mettere in pensieri e parole una varietà inedita di esperienza umana. Parole che ascolti da ragazzino e che in qualche modo ti formano e plasmano, e inevitabilmente riverberano nelle storie e nelle vite che racconti, in musica, da adulto. Che poi, forse, del tutto adulto non si sente mai.

Le atmosfere dei brani riescono a essere contemporanee grazie alle sonorità assolutamente in linea con le produzioni del momento. Siete soddisfatti del sound che avete creato?
La ricerca di una sonorità che ci definisca è un percorso sempre in divenire, e il nostro suono sempre perfettibile. Però possiamo dirci certamente soddisfatti di quanto fatto in questo album, soprattutto per la crescita continua che percepiamo noi stessi tra un lavoro e il successivo. Ci teniamo molto, in particolare per il fatto che tutti i nostri brani sono auto-prodotti e registrati in home studio, e quindi anche gli aspetti più tecnici sono farina del nostro sacco.

Mastice è uno dei singoli che ha anticipato l’uscita di Neoclassico, insieme a Milan Kundera, Deficit dell’attenzione e L’America sei. Quale di questi pezzi pensate possa rappresentarvi di più?
Milan Kundera e Deficit dell’attenzione sono due singoli precedenti, non inclusi nell’album: se vogliamo un po’ meno puliti e tecnicamente curati rispetto ai successivi, ma che rimangono due fan favorite per via della loro atmosfera fuori dal tempo. Con
Mastice abbiamo trovato una vena più giocosa, e al contempo fatto un salto di qualità tecnico rispetto ai precedenti lavori. Un ritornello spaccone al punto giusto, contrappuntato da due strofe tra l’introspettivo e il rassegnato: un pezzo perfetto per
tagliare simmetricamente a metà la scaletta del nostro primo disco. L’America sei, del resto, è forse il più evocativo tra i brani dell’album, e un ascolto obbligato per chi si affacciasse per la prima volta alla nostra musica.

Siete originari di Vicenza. La scena musicale in questo periodo sembra piuttosto vivace nella zona del nord Est. Ci sono realtà interessanti di cui avete piacere di parlarci?

È vero, al momento ammettiamo che ci sia un bel movimento nella scena italiana proveniente proprio dalle nostre parti. Oltre agli immancabili conterranei Sangiovanni e Madame, vorremmo scrivere una nota positiva su una band che sta facendo una bella
crescita del vicentino: si chiamano Antartica, e fanno una sorta di pop-punk-indie italiano contraddistinto da delle sonorità abbastanza semplici quanto attuali, e che con delle scritture intelligenti riescono a rimanerti in testa. Sono giovani, hanno un’immagine forte e stanno facendo davvero una bella gavetta, anche e soprattutto a livello social, e hanno già calcato un palco importante come quello del Lumen Festival questa estate. Noi gli auguriamo il meglio e consigliamo sicuramente di farci caso.

Chiediamo spesso una playlist ai nostri ospiti. Ci consigliate qualche canzone che continui a farci rimanere in questo mood neoclassico?
Baustelle – Amanda Lear
Viito – Bella come Roma
The Midnight – Los Angeles

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