idranteL’Idrante è una formazione siciliana nata da un’idea di Giuseppe Lionetto, cantante e bassista della band che, con testi dissacranti su melodie e armonie rock pop, prova a raccontare i paradosi della generazione “Millenial”. Un album di dieci tracce contenenti una vera e propria ventata di freschezza e ironia che racchiudono un mondo fatto di piccole cose e stereotipi sotto forma di piccole (ma grandi) denunce sociali a cui ogni giorno il nostro sguardo si posa scrollando la propria home di Facebook.

Il lavoro d’esordio della band s’intitola L’Idrante e il singolo Problemi di Pil è l’emblema stesso del lavoro de L’Idrante che, cerca di ricalcare nel modo più vivace possibile una serie di tabù e miti sulle generazioni d’oggi e sui problemi che ci si trova costretti ad affrontare. L’album vedrà la luce il 29 Settembre per Marea Dischi.

L’idrante traccia per traccia

Si parte da La Rete, finta canzone d’amore che ha per oggetto l’Internet, con annessi e connessi (“la usa pure “Matteo”). Il tutto a ritmi rockabilly-geghegé-giù di lì, con ovvie dosi di ironia. La cravatta opta per ritmi più contenuti, con un po’ di ovatta nelle casse, ma mantenendo come oggetto del testo la quotidianità e le sue spritosaggini involontarie. La chitarra si ritaglia volentieri spazi per assoli old style.

Ex parte come ballata romantica, ma la sei corde e i suoi amici poi riguadagnano spazio e si torna su piani di rock & simpatia. Cellulare di merda sembra il ritratto di una storia verosimile, con pianoforte e recitato incazzato della fidanzata al telefono.

Per una volta, in Peccato che non eri mia, l’ironia si eclissa un po’ per lasciare spazio a un’ambientazione blueseggiante ma comunque elettrica, che lascia spazi a qualche spiraglio perfino psichedelico, comunque molto vintage, con intervento del sax nel finale.

Anche Dorothy fa parte dei pezzi “seri”, con qualche tratto di ballad rock un po’ “alla Vasco”. Ecco poi Problemi di Pil, il primo singolo, che mescola temi economici con tematiche personali, proseguendo nella vena malinconica che caratterizza la seconda parte del disco.

Anche Vecchio Pescatore segue le onde della tristezza, appoggiandosi su spessi strati melodici. Si torna a correre e sorridere un po’ (era ora) con Squali bugiardi, sorretta dal synth e da una buona linea di basso. Si chiude sempre in alto mare con Pescepalla, tra metafore e ritmi blues.

Tutto fatto bene, nel disco d’esordio de L’idrante. A volte i testi perseguono strade facili per inseguire la battuta, ma ci può stare. Nel complesso un disco gradevole e ben suonato.

Se ti piace L’idrante assaggia anche: Blue Parrot Fishes

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