Il Corpo Docenti, “Un posto sicuro”: recensione e streaming

Un posto sicuro è il secondo disco de Il Corpo Docenti, in uscita con Believe Music. Prodotto dalle sapienti mani di Divi dei Ministri e registrato presso il Blapstudio da Antonio Polidoro, l’album è stato anticipato dai singoli SottotitoliEntrambi Il migliore argomento entrati nelle principali playlist del genere come Rock Italia di Spotify, Novità Rock di Amazon Music e New Music Daily di Apple Music, e arriva a due anni di distanza dall’esordio con Povere bestie uscito a gennaio 2020. Si tratta di un disco che parla di incertezze, di mostri sotto al letto, e “del rammarico provato perché non si è mai riusciti a fare tutto il possibile per ignorarli in ogni nostra scelta”.

Un album che nasce quindi dall’impotenza, dalla sfiducia e dalla disillusione, sentimenti in parte acuiti dal biennio che tutti noi abbiamo appena vissuto, culminati nella realizzazione che non possiamo più scappare nella speranza che le cose si aggiustino da sole: ora siamo costretti ad affrontare questi mostri, anche se il solo pensiero ci immobilizza in quanto stanchi, demotivati, disarmati e impauriti.

La conseguenza, e qui capiamo il significato e la portata del titolo dell’album, diventa la tendenza a rifugiarsi nel proprio posto sicuro (che sia una casa, gli affetti o un’occupazione, purché ci faccia sentire a nostro agio, rilassati e lontani da ansie e minacce portate dal mondo esterno), e cercare di trarne il maggior beneficio possibile, consci del fatto che da soli siamo inermi di fronte ai nostri problemi.

“Non c’è un orizzonte verso cui volgere lo sguardo, non ci sono prospettive e non c’è una strada percorribile quando non si sa dove andare, ma se troveremo un posto sicuro dove passare la notte abbiamo la certezza che non avremo paura di rimetterci in cammino”, afferma la band per spiegare in nuce il messaggio di cui il disco si fa portatore. Per promuovere l’album, la band sarà in tour a partire dal 16 marzo, con date previste a Milano, Torino, Roma, Firenze, Bologna e Brescia fra cui alcuni concerti in apertura ai Ministri e ai Cara Calma.

Il Corpo Docenti traccia per traccia

L’approccio al disco è aggressivo, almeno ad ascoltare una batteria piuttosto tempestosa. Tuttavia Un equilibrio da proteggere, che rappresenta la prima traccia del disco, vive anche di un cantato gentile e quasi timido, e di una chitarra abbastanza addolorata.

Sputi sui ricordi, ma per pulirli: Entrambi mantiene il mood malinconico, sempre su toni e modi sonori piuttosto aggressivi. “Saremo morti prima di sembrare noi stessi”.

Bastava cantare si lascia andare alle memorie, addolcendo un po’ l’impronta rock con dinamiche un po’ più proprie al pop e alla melodia. Si torna presto a fare casino, comunque: ecco una piuttosto furibonda Il migliore argomento, che picchia forte, poi rallenta, poi riprende.

Pezzi persi e scie lasciate quelle che si ritrovano in Un posto sicuro, title track giocata su un battito serrato e sulla ricerca di certezze. Buchi neri si delinea come ballad morbida e malinconica.

La nostra città in realtà parla di macerie e di rampe di lancio, costruendo su sensazioni e vibrazioni in crescita esponenziale. “Dobbiamo schiantarci ogni giorno”, ma anche “Sembrava non dovesse finire mai questa fine del mondo”.

Sono necessari i Sottotitoli per leggere questa realtà: serate alla deriva, modi di nascondersi e confondere gli altri, vie da trovare nel deserto. A chiudere ecco dei brulicanti Fantasmi, probabilmente più impauriti che in grado di terrorizzare gli altri.

La mano di Divi si avverte nella produzione di un disco che comunque delinea una personalità molto spiccata. Il Corpo Docenti va al di là dei modelli conclamati e denuncia sia una crescita già effettuata, sia possibilità di sviluppi ulteriori.

Genere musicale: rock alternative

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