Il Volo in cappotto: storia di musica e scempio #sottotraccia

Quella che si sta concludendo è un’estate che, dal punto di vista musicale, è vissuta di molti momenti al limite del surreale. Ma sta balzando in queste ore alla cronaca nazionale, dopo aver fatto ridere ma anche indignare parecchio nel sud della Sicilia, una storia che questo limite, si potrebbe dire, lo scavalca in volo. Anzi, in Volo.

Racconteremo questa storia, ma mai come in questo caso ci vorrebbe la penna di Sciascia, o di Pirandello, o di Camilleri: insomma bisognerebbe che uno dei narratori agrigentini migliori raccontasse questa vicenda, facendo sfoggio delle proprie abilità letterarie ma anche della conoscenza di un territorio che, come pochi altri, riesce a mettere d’accordo commedia e tragedia.

E’ la storia di un concerto, sicuramente. Ma anche di una mentalità che ci sta portando tre passi dentro il baratro. Stiamo ovviamente parlando del concerto di Natale de Il Volo, in programma il 31 agosto e il 1º settembre prossimi nella Valle dei Templi di Agrigento. 

Antefatto: come balzato alle cronache nazionali, la Sicilia tutta è afflitta da una siccità particolarmente insistente quest’anno, per motivi sicuramente collegati al riscaldamento globale, ma anche per anni di pessima gestione delle risorse idriche. Che non sono assenti, ma che sono fortemente limitate a causa di una distribuzione tutt’altro che capillare e piena di falle.  

Le province più colpite sono quelle del sud dell’Isola: Ragusa, Caltanissetta, Agrigento, in città ma soprattutto nei paesi della provincia, dove l’acqua pubblica è razionata e addirittura non distribuita per periodi particolarmente prolungati, anche venti giorni e oltre

Ciò significa che chi vuole farsi una doccia, lavare i piatti, utilizzare la lavatrice deve centellinare l’acqua oppure “comprarla” da servizi appositi,  che fanno viaggiare da un paese all’altro le autobotti e riempiono cisterne e vasche private. Ovviamente per gli agricoltori e gli allevatori la situazione è anche più allarmante, con raccolti persi e mandrie assetate o peggio. 

Un disagio non da poco. Se fosse il 1924. Ma nel 2024 è qualcosa di completamente inaccettabile e incomprensibile. Questo in una terra meravigliosa, ricca di talento e poesia, con risorse incomparabili. Nonché uno dei “granai” d’Italia: figo difendere il Made in Italy a parole, ma portare un po’ d’acqua a questi aranceti, a questi frutteti, a questi campi e queste vigne?

Ovviamente quello dell’acqua non è l’unico problema siciliano, ma è il primo che in questo momento salta alla mente. Ma pare che ora che Salvini costruirà il Ponte pietra dopo pietra, tutto si risolverà in un baleno. 

Natale quando arriva arriva

Risultava perciò già curioso l’investimento, in una condizione del genere, di un milione e duecentomila euro per il concerto de Il Volo alla Valle dei Templi. Due date che costeranno 900mila euro alla regione Sicilia e 300mila allo Stato italiano. Quindi denaro pubblico, che si poteva tranquillamente destinare a migliorare l’acquedotto, per esempio. 

Invece no: in un Paese, l’Italia, che colloca le briciole del proprio bilancio alla musica (e sempre se c’è di mezzo la televisione), si fa un investimento molto cospicuo per ascoltare la finta lirica di tre giovani anziani

Ma a rendere surreale il tutto sono le circostanze: tanto per incominciare saranno vietate le visite per due giorni alla Valle dei Templi, sito patrimonio dell’Unesco, nonché uno dei posti più affascinanti e più ricchi di senso dell’universo. In due giorni ancora ricchissimi di turisti, anche stranieri. E se si pensa che il concerto è programmato proprio per lanciare Agrigento capitale della cultura 2025 l’irritazione può anche peggiorare. Siccome voglio valorizzare Agrigento, impedisco l’accesso al suo luogo più significativo: non fa una grinza.

Ma come è noto la ciliegina sulla torta, il dettaglio che fa svoltare verso la commedia dell’arte, sono le condizioni imposte per partecipare ai concerti, alla modica cifra di 80 euro, che saranno destinate a non meglio precisati progetti di solidarietà. Non saranno ammessi spettatori under 14, che del resto potrebbero addormentarsi di fronte ai gorgheggi del trio, e sarà richiesto un dress code che prevede abiti preferibilmente neri e soprattutto invernali: è infatti il “concerto di Natale” che sarà trasmesso su Canale 5 (e viene da chiedersi perciò perché i soldi non li tiri fuori Mediaset, anziché la regione Sicilia e lo Stato italiano. Ma forse la risposta la sappiamo già). 

Perciò sarà bellissimo vedere il presidente di regione Schifani, grande sponsor dell’evento, sudare i suoi migliori sudori al fresco dei 35-37 gradi che anche di sera Agrigento può riservare, avvolto in un confortevole cappotto, o perché no, in un piumino: hai visto mai che gli venga in mente di candidare Agrigento per le prossime Olimpiadi invernali?

Ci sarebbe anche da ridere, se non fosse che siamo di fronte a uno scempio a tutto tondo. Intendiamoci: non sarebbe stata una grande idea, a questi prezzi, anche se fosse stato il concerto di uno degli artisti che amiamo, perché uno sperpero del genere in una terra con problemi del genere è evidentemente inaccettabile.

Ma il fatto che si tratti del Volo (e che si vieti l’ingresso agli under 14, cioè che si tagli fuori i giovani per principio) sottolinea come del discorso musicale importi il giusto: è uno spot, sicuramente elettorale. Un tentativo di ricerca di attenzione, finito però nel peggior modo possibile.

L’immagine simbolo della Valle è il Tempio della Concordia, che da quasi 2500 anni vede alternarsi le vicende umane e probabilmente non si scomporrà nemmeno in questo caso. Ma sarebbe bene che, in nome della Concordia appunto, si concordasse per il futuro a evitare buffonate simili e a destinare meglio i fondi pubblici.