Ilaria Viola, “Se nascevo femmina”: recensione e streaming

ilaria viola

S’intitola Se nascevo femmina, il nuovo disco di inediti di Ilaria Viola. Il disco, interamente scritto dalla cantautrice, è stato arrangiato insieme a Giacomo Ancillotto e vede la produzione artistica di Lucio Leoni.

Se nascevo femmina è un disco che racconta dubbi e perplessità sulla condotta sociale universale e che ricerca e reclama un nuovo modo di rivendicare la femminilità. Dalle nuove riflessioni emergono otto tracce cariche di durezza e dolcezza al tempo stesso, in cui l’essenziale componente ironica racchiude un lavoro consapevole. Il release party è in programma lunedì 1° luglio a Roma a ‘Na Cosetta Estiva (via del Mandrione, 63)

Ilaria Viola traccia per traccia

Ma che cos’ha Ilaria Viola contro i giapponesi? Boh. Di sicuro ha una canzone, Bamboombeto, con Lucio Leoni, che apre il disco su toni ironici (ma non troppo), acidelli, elettronici e decisamente surreali.

Leila, non la principessa, è un ritratto tratteggiato in modo molto singolare, con un uso della voce del tutto peculiare.

Un attimo di calma arriva con Per mezz’ora, appoggiata su ritmi ora più calmi, sempre con qualche pizzico di ironia a condire il tutto.

La title track Se nascevo femmina è una canzone sostanzialmente punk, seppure con derive di altro tipo, con un testo pieno di considerazioni e rivendicazioni, ma sempre con molti sorrisi.

Si entra in un jazz club per Martini, ma lo si butta all’aria molto presto: la canzone è notturna, ma sull’onda del racconto delle poche caratteristiche del maschio desiderato Ilaria lascia spazio a impennate improvvise.

Per la gola invece stornella, come da buona tradizione romana, e parla di cibo e di vino, raccontando di una cena piuttosto singolare, e di un rapporto anche più singolare.

Un po’ di elettronica torna ne La via di mezzo, piuttosto vibrante e vibrata, con un cantato anche in questo caso un po’ fuori dal comune.

La chiusura è quella di Mulini a vento, sorretta da un ritmo di marcia e da una certa serietà impositiva.

Sorprende la facilità di cambiare completamente scenario che Ilaria Viola mette in mostra nel disco, passando dall’elettronica alla ballata con un tantino di Gadda sul fondo. Il tutto con originalità e con testi cesellati con attenzione.

Genere: cantautrice

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