Una nuova manciata di dischi che ti potresti essere perso: ecco le recensioni in breve di TRAKS.

RHumornero, “Eredi”

rhumornero, recensioni in breveI RHumornero nascono nel 2005 dall’incontro di musicisti provenienti da diverse esperienze (Super B, Prozac+ e altri..): un rock cantato in italiano, con sonorità post-grunge e caratteristiche in comune con le band italiane degli anni ’90. Qualche settimana fa hanno pubblicato Eredi, un disco da tredici tracce, che apre con l’energica Un miliardo di anni. Ma il disco ha facce diverse: ci sono ballad come Spiriti, ma anche pezzi influenzati dai CSI come L’equilibrio. Si segnala anche Eredi, la title track che sceglie un percorso soft che poi si anima e diventa esplosivo. Oppure la molto Marlene Quando avevo paranoia. Il disco si avvale di atmosfere differenziate, pur all’interno di un percorso sonoro omogeneo. Buoni spunti e buona esecuzione per una band esperta.

The Cat and the Fishbowl, “Feels Like Home”

The Cat and the Fishbowl, recensioni in breveFeels Like Home è l’esordio su ep per The Cat and the Fishbowl, duo padano influenzato dal folk e dalla nebbia. Le quattro canzoni del disco, cantate in inglese, portano evidenti tracce di songwriting internazionale, dalle linee essenziali ma attento al sodo, che è tornato in auge dagli anni Novanta in qui. Lo conferma Can I Kiss your Cheek?, traccia di apertura dalle morbide caratteristiche dolci e malinconiche. Nel discorso della malinconia però fa qualche passo in avanti in più Take Me To The One I Love (con pronuncia dell’inglese rivedibile), mentre Le Caveau lavora sulle armonie vocali. Si chiude con Betrayal, che si rivela come il pezzo più intenso dei quattro pubblicati. Le canzoni, che si giovano, fra l’altro, dell’accompagnamento del violino oppure del “guitalele”, hanno linee semplici ma non banali, e mettono in evidenza gusti raffinati nonostante l’assenza di sovrastrutture.

Bruce Harper, “s/t”

Bruce Harper, recensioni in breveI Bruce Harper nascono nel gennaio 2016: il loro primo album, senza titolo, è uscito di recente in collaborazione con VolumeUp. Composto da nove tracce, il disco è collocabile in un territorio di confine tra math ed elettronica. Con leggera prevalenza di quest’ultima, per esempio nella traccia di apertura E x r t, che non disdegna ritmi vigorosi. Procedimento più lento quello di Sun, che si allunga morbidamente, con qualche riferimento dark wave. Più rapide le balene elettriche di Whales, mentre con Arms ci si inoltra in spazi più oscuri, ma senza perdere di vista la luce in superficie. Ritmi dispari e stili sghembi rendono pezzi come Blind non prevedibili. La battaglia elettronica finale si celebra con la scoppiettante Fluo rites. Nel complesso un lavoro attento e originale, con una personalità molto ben delineata.

Alms of the Giant, “Oracles”

Alms of the Giant, recensioni in breveOracles è il nuovo ep della math/metal band Alms Of The Giant. La band ha già pubblicato un nuovo video tratto dal singolo Prevail, disponibile qui. Spiega il frontman Marco Gargantini spiega: “’Il tema generale di tutte le sue canzoni è la rabbia che ognuno di noi prova quando in un primo momento non riesce a comprendere le azioni, i pensieri o i comportamenti di un’altra persona, per poi realizzare che se fosse stato nei panni di essa molto probabilmente si sarebbe comportato esattamente nello stesso modo”. La rabbia è piuttosto evidente fin dalla prima traccia, Dust on the floor of my existence, accompagnata però anche da momenti più fluidi e melodici. Tendenze simili quelle di My Inner Voice, che trasporta verso i 90s. Le tendenze sinfoniche della band si concretizzano anche in intermezzi strumentali come Ludes, subito bilanciati dagli strappi violenti di Xiphas Gladius. Si chiude con Prevail, il singolo, che conduce verso atmosfere oscure ma anche leggermente più pop.

Lekka, “Lekka ep”

Il progetto Lekka nasce nelle menti di Luca Piana e Matteo Maltecca durante l’inizio del 2015, quando i due amici, compagni di band negli Herbadelici, decidono di avviare un progetto elettronico parallelo. Il 2017 è l’anno in cui vede la luce il primo ep omonimo dei Lekka, che contiene tre brani originali più il rework di tre tracce electro di Boys Noize e Gesaffelstein. L’ep si conforma alle tendenze electro-techno internazionali, come conferma la prima traccia Following Euphoria. Anche più martellante la già nota Nervous, mentre Gustavo Fring lavora su sensazioni e tentazioni molto più sottili, almeno finché il drumming non sale di tono. Si chiude con il già citato Lekka Rework. Un progetto interessante, sicuramente non vastissimo come audience, ma con spunti di buon livello.

 

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